Si sono presentati in un centinaio per contestare il procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli invitato dal sindaco Vincenzi a Genova il suo ultimo libro “Attacco alla giustizia”. Scritte sui monumenti e sulle facciate A Milano le proteste avevano costretto gli organizzatori

a cancellate l’appuntamento alla libreria Feltrinelli e fatto dire al magistrato che “un clima di odio vuole farmi tacere”. A Genova l’incontro c’è stato nella sala dorata di Tursi, ma fuori, per la strada, i giovani anarchici e dei centri sociali hanno scritto “Caselli boia” sulle facciate dei palazzi e sui monumenti, infranto i vetri delle finestre, scaraventato le transenne contro gli agenti. Il gruppo dei No Tav accusa il magistrato di voler criminalizzare il movimento con i recenti arresti per gli scontri nell’estate scorsa in Val di Susa (a Marassi è imprigionato uno dei 26 attivisti arrestati).

In Via Garibaldi, davanti al palazzo comunale dove si svolgeva l’incontro con il magistrato, i manifestanti hanno mostrato uno striscione dove hanno scritto: “Caselli: Tav? Baciamo le mani. Liberi subito tutti”. Un intero pattuglione di agenti in assetto antisommossa ha blindato la strada e i vicoli che, dalla Maddalena, risalgono verso palazzo Tursi. E’ scoppiata una bomba carta, poi un gruppo di facinorosi è sfuggito al controllo dei militari e ha raggiunto il palazzo della Prefettura.

Ha lanciato un paio di bottiglie contro le finestre. L’intenzione era colpire gli uffici governativi: in realtà le finestre infrante sono quelle degli uffici di Circuito Cinema Genova. Gli agenti hanno caricato i manifestanti Dispersi dagli agenti, gli attivisti hanno usato le bombolette spray per sporcare le facciate di via San Lorenzo e il monumento di Vittorio Emanuele II in piazza Corvetto: “Caselli boia”. “Morte ai re”. “Via le truppe dalla Val di Susa”. “No Tav liberi”.

Gelido il commento del magistrato: “Se uno si limita a protestare, fa quello che la democrazia gli consente, ma dare del boia a un magistrato o a un poliziotto non è simpatico e non mi pare un granchè democratico. Abbiamo annullato l’iniziativa di Milano – spiega Caselli – perchè si svolgeva in una situazione logistica che esponeva la gente perbene a una circolazione non di idee, ma di qualcos’altro di meno simpatico. Oggi la situazione era diversa: l’incontro c’è stato”. E poi ha aggiunto, in risposta alle accuse che gli rivolgono gli attivisti No Tav: “Il pm è il primo anello di una sequenza che poi prevede il gip e ora ci sono tre ordinanze del tribunale della Libertà. In uno stato di diritto si tenga conto anche di questo”.

 

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