“L’approvazione della proposta di legge sugli interventi per il sostegno della castanicoltura da parte del Consiglio regionale della Campania, rappresenta un importante passo per l’economia di vaste aree interne della regione, soprattutto nelle province di Avellino e Caserta, dove la castanicoltura assicura una forte ricaduta in termini economici e anche occupazionali, sia per quanto concerne la produzione che la lavorazione e la trasformazione del prodotto”.
Così il Presidente della Commissione Regionale Agricoltura, On. Pietro Foglia (UDC) dopo l’approvazione del progetto di legge che porta la sua firma insieme a quella dei consiglieri regionali Rosa D’Amelio, Nicola Caputo e Gennaro Oliviero. “E’ una legge che va incontro alle esigenze degli agricoltori del comparto – prosegue l’On. Foglia – quest’anno fortemente penalizzati dal flagello cinipide del castagno, l’insetto che ha devastato interi castagneti”. La superficie castanicola coinvolta dall’infestazione del cipinide del castagno è stimata in 35.000 ettari pari a circa il 66 % dei 53.200 ettari calcolati a castagno. I comuni in cui sono stati ritrovati focolai del cinipide sono 118.
Si pensi che il Castagno riveste una rilevanza economica e sociale notevole in molte aree collinari e montane della Campania, dove svolge un ruolo fondamentale, oltre che per la produzione dei frutti e del legno, anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico. Oltre il 50% della produzione nazionale di castagne è campana (di questa il 60% è prodotto nella sola provincia di Avellino) e detta quota (28 mila tonnellate) rappresenta circa il 10% della produzione mondiale (fonte Unioncamere).
Le oltre 5.000 aziende agricole impegnate nella fase di produzione e le 25 aziende di trasformazione rappresentano una filiera produttiva da primato. Non a caso le aziende di trasformazione e commercializzazione rappresentano il più importante distretto industriale castanicolo d’Europa. Nel 2008 queste aziende hanno superato i 100 milioni di euro di fatturato, con una quota di export pari a circa il 40%. Gli addetti, in queste imprese, sono oltre 2000 (dati INPS).
Il 50% del commercio mondiale delle castagne in termini di fatturato e di volume è organizzato e gestito da aziende italiane, in maggioranza campane. In Campania vengono lavorate, inoltre, buona parte delle castagne prodotte nelle regioni meridionali (Lazio, Calabria, Basilicata) ed una quota significativa di castagne provenienti dal Portogallo, Spagna, Turchia e di recente anche dalla Cina. I primati della Campania nel comparto evidenziano una situazione in cui le politiche di settore, dal commercio alla produzione, alla valorizzazione, hanno una forte ricaduta sull’economia regionale.
“Ecco perché – aggiunge il Presidente Foglia – la realtà castanicola campana necessita di interventi tempestivi in grado di risollevare le sorti del settore, che si trova soprattutto a fronteggiare gli attuali problemi di carattere fitosanitario, cinipide in testa e questa legge contiene misure per fronteggiare la propagazione, il danno ambientale ed economico conseguenti all’infestazione in atto. Va ora anche assicurata la difesa delle produzioni castanicole irpine in sede di negoziato per la riforma della Pac – conclude l’On. Foglia – , per far si che le castagne non siano più escluse dai premi comunitari, prevedendo anche per tale coltura una deroga per quei produttori che nel 2011 non hanno attivato almeno un diritto nell’ambito del regime di pagamento unico”.