Riforme, Europa, agenda internazionale; ma anche giustizia, processi e Rai. Sono stati tanti i temi che Silvio Berlusconi ha messo sul tavolo del pranzo con Mario Monti. Il Cavaliere, affiancato da Angelino Alfano e Gianni Letta, ha ribadito al professore – accompagnato dal sottosegretario Antonio Catricala’ – pieno sostegno al governo dei ‘tecnici’, anche in caso di quella che l’ex premier considera una ”sentenza gia’ scritta” sul processo Mills: ovviamente di condanna. Che i temi fossero tanti, e alcuni piuttosto delicati, sembra confermato dal riserbo che circonda l’incontro a palazzo Chigi.

Bocche cucite al termine della colazione di lavoro. Solo il segretario pidiellino, via Twitter, fa sapere che la riunione e’ stata ”costruttiva” e ha avuto al centro i temi ”dell’agenda parlamentare e internazionale”. La parola d’ordine, concordata dal presidente del Consiglio e dalla delegazione del Pdl e’ quella di non riferire nulla di ufficiale. Il Cavaliere ha dapprima voluto sgombrare il tavolo da qualsiasi dubbio: il sostegno del Pdl all’Esecutivo, avrebbe assicurato l’ex premier, e’ fuori discussione. Il leader del Pdl, riferisce una fonte bene informata, e’ stato ”caldo, cordiale, piacevole”. Si e’ complimentato piu’ volte, sottolineando la ”saggezza” del suo interlocutore. Certo, rivela la stessa fonte, non e’ mancato un lungo ”sfogo” sui giudici e i processi che lo vedono coinvolto. Berlusconi avrebbe detto di ritenere praticamente inevitabile la condanna nel processo milanese, ma si sarebbe anche affrettato ad assicurare: ”In ogni caso non faro’ mai mancare il sostegno”. Raccontano che il professore, come sua abitudine, abbia piu’ che altro ascoltato, prendendo anche qualche appunto. ”Discussioni? E perche’ mai se il tuo interlocutore non fa che elogiare te e il tuo operato?”, spiega una fonte bene informata sul pranzo. Persino sui delicati temi delle liberalizzazioni e della giustizia il Cavaliere non avrebbe forzato la mano. Anzi. Sul primo fronte, si e’ detto convinto che si possa trovare un compromesso su quelle ”piccole questioni” ancora aperte, come le definisce un ex-ministro. E anche sulla giustizia, pur auspicando un segnale, Berlusconi non vuole andare allo scontro in Parlamento, ad esempio sulla responsabilita’ civile delle toghe. Ne’ ha chiesto una riforma che lui per primo non ritiene realistica. Quanto al tema del mercato del lavoro, il Cavaliere – come ha fatto capire Osvaldo Napoli – si e’ raccomandato che il governo vada avanti con o senza intesa coi sindacati. E su questo Monti, come ha del resto chiarito il ministro Elsa Fornero, non ha nessuna intenzione di tornare indietro, anche se l’auspicio – come ha ripetuto il premier fin da ieri – e’ che le cautele del Pd siano dettate da ragioni di politica interna e che alla fine non solo le forze sociali, ma anche i partiti – Pd in testa – sostengano le scelte dell’Esecutivo. La riforma del lavoro, pero’, viene vista dai vertici del Pdl come un’occasione importante per il futuro. Berlusconi, secondo qualcuno, ritiene che proprio su questo il Pd si possa spaccare, lasciando al Pdl e al Terzo Polo il compito di sostenere il governo tecnico. Durante l’incontro si sono toccati anche altri temi. Sul fronte europeo, il Pdl ha sostenuto la linea del premier, auspicando che Germania e Francia condividano gli intenti della lettera firmata dagli altri partner Ue (Italia, Gran Bretagna e Olanda in testa) per adottare quanto prima misure per la crescita. Ma non sono mancati anche argomenti piu’ delicati. A cominciare dalla Rai. Berlusconi, pur con toni molto pacati e concilianti, avrebbe – secondo ambienti a lui vicini – fatto capire di non ritenere praticabile una riforma della governance dell’azienda pubblica radiotelevisiva, auspicando che le prossime nomine siano il piu’ condivise possibile. ”Berlusconi difende il direttore generale Lorenza Lei e immagino lo abbia fatto capire”, spiega un ex-ministro berlusconiano.

 

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