Le aggressioni nelle strutture ospedaliere hanno raggiunto dei livelli molto preoccupanti, tanto da spingere la politica a cercare delle soluzioni per arginare il fenomeno. In commissione Giustizia e Affari Sociali della Camera sono stati approvati degli emendamenti che prevedono delle tutele di cui beneficia un pubblico ufficiale, pur non riconoscendo tale qualifica al personale delle strutture sanitarie. In pratica, si potrà procedere di ufficio, con aggravio delle pene per chi commette aggressioni ai danni del personale medico. Inoltre nei processi le aziende sanitarie avranno l’obbligo di costituirsi parte civile. Questo è quanto emendato nel disegno di legge voluto dal precedente Governo per contrastare le aggressioni ai danni degli operatori sanitari.
“Sul nodo della qualifica dei camici bianchi a pubblici ufficiali, io stesso, insieme alla collega Rostan – avverte Paolo Siani, pediatra del Santobono e parlamentare del Pd, promotore dell’emendamento che obbligherà le aziende sanitarie a costituirsi parte civile – avevo firmato il disegno di legge con tale previsione. Poi, in commissione Giustizia, contro l’emendamento è emerso un no radicale. Ho chiesto il perché, si sono svolte molte riunioni anche con la consulta delle professioni sanitarie e socio-sanitarie”. Un approfondimento tecnico che ha coinvolto i presidenti della Fnomceo (medici), della Fofi e Fnovi (farmacisti), della Fnopi (infermieri) e Fnopi (ostetriche) dei Biologi, Cnoas (assistenti sociali), Cnop (psicologi) e i Chimicifisici. “Alla fine – continua Siani – si è convenuto, sulla base di forti motivazioni tecnico-giuridiche, di dare a tutti gli operatori i vantaggi della qualifica di pubblico ufficiale (procedibilità d’ufficio, inasprimento delle pene…) senza caricare gli operatori di aggravi di responsabilità non consoni”.