Vocabolario Treccani. Innocente, etimologia: dal latino innocens-entis. Significato: non colpevole, che non ha commesso alcun male, per cosciente volontà di rispetto delle norme morali. Criminale, etimologia: dal latino tardo criminalis, derivato di crimen-minis. Significato: colpevole di delitti gravi, delinquente. “Le parole sono importanti” urlava Nanni Moretti in Palombella Rossa, film mitico anche per quella frase che tutti noi dovremmo ricordare ogni volta che mettiamo piede giù dal letto. Per politici e amministratori locali le parole sono massi smisurati. Sono la pietra miliare sulla quale si fonda poi la loro azione. Teoria e prassi direbbero i marxiani. In particolare per i governanti ogni promessa è un debito. E ogni parola conta più di mille contratti notarili. Da qui lo sdegno per la difesa d’ufficio, sorprendente quanto disgustosa, che il vicesindaco di Succivo Salvatore Papa ha pubblicamente assunto nei confronti del cognato Michele Aletta. Per screditare le inchieste di Campania Notizie il braccio destro, o meglio operativo, del primo cittadino Gianni Colella ci ha denigrato in tutti i modi. Passi questo. Ci sta. Un politico ha tutto il diritto di criticare i giornalisti.
Se è serio ricorre a un linguaggio civile e soprattutto non si mescola nel porcile popolato da pedofili, truffatori e tangentisti. Papa ha preferito salire sulla macchina del fango. Peggio per lui. Avrebbe fatto più bella figura se avesse taciuto. Le indagini della magistratura e i blitz delle forze dell’ordine parlano da sole. Sicuramente lo zio Franco avrebbe rispettato la consegna del silenzio. Non a caso lui è Papa. L’attuale vicesindaco succivese è solo Papino. Forse è andato in tilt proprio per la frustrazione di vedere sfumare la prospettiva di indossare la fascia tricolore come lo zio. E quando si perde la lucidità si perde anche la faccia. Dicevamo passi la macchina del fango, andata subito in panne sia per l’intervento degli investigatori sia per lo sconcerto dell’opinione pubblica.
Quello che lascia impietriti è lo schieramento di un vicesindaco accanto ad uno come Michele Aletta. Nessuno pretendeva che lo attaccasse. È suo cognato. Pure molto manesco. Non avrebbe sbagliato se ne avesse preso le distanze. Al contrario Papa ha brandito i social per proclamare l’innocenza di Aletta. Già per il fatto che suo cognato è un lavoratore socialmente utile (?) del Comune di Succivo il vicesindaco non doveva mettere bocca in fatti di cronaca che riguardano il parente. Fatti documentati con tanto di “carte”. L’aspetto stomachevole è un altro. Aletta è un camorrista. Nemmeno a Corleone ai tempi di Totò Riina un amministratore locale avrebbe difeso a mezzo Fb un criminale matricolato. Non lo dice Campania Notizie. Lo sa tutto il mondo. E soprattutto lo svela alla magistratura il pentito che ha fatto condannare Angelo Brancaccio per camorra. Sulla scorta delle dichiarazioni di Orlando Lucariello l’ex sindaco di Orta di Atella è ancora in carcere per 416 bis.
Il collaboratore di giustizia, ritenuto più che attendibile dai magistrati, spiega con dovizia di particolari il ruolo di primo piano svolto da Michele Aletta come anello di congiunzione tra il clan dei Casalesi e Brancaccio negli anni del boom edilizio scoppiato nella zona atellana. “Per quanto riguarda le vicende del comune di Orta di Atella – dichiara Lucariello – venivano effettuate periodicamente apposite riunioni a cui partecipavano anche il sindaco Brancaccio; tali riunioni si svolgevano sempre a casa di Michele Aletta e vi prendevano parte, oltre al sindaco, Raffaele Letizia detto Lello, mio cognato Mundo Salvatore, Corrado Russo, fratello di Peppe ‘o Padrino qualche volta anche Massimo Russo”. Ci rendiamo conto di cosa stiamo parlando? A quei tempi Giuseppe Russo ‘o Padrino era il braccio destro di Nicola Schiavone (oggi pentito), allora capo del gruppo Schiavone dei Casalesi. Il figlio di Francesco Schiavone Sandokan, per capirci.
Mai come in questo caso il collaboratore di giustizia Orlando Lucariello è credibile perché chiama in causa anche suo cognato Salvatore Mundo, alias ‘o Mister, e sua sorella Mariagrazia Lucariello, sposata a quest’ultimo. Tuttora i coniugi sono al vertice del clan di Succivo. Mundo è in carcere. La Lucariello è uscita da poco. Chi strumentalmente vorrebbe trasformare le inchieste di Campania Notizie in dispute personali si schianta contro il muro della verità e dell’attualità dei fatti. Gli atti giudiziari dicono che Aletta faceva la spola tra i Casalesi e Brancaccio per compiere gli affari milionari legati alla realizzazione di Orta 2. Un triangolo. Con riscontri oggettivi Orlando Lucariello dice ai pm che Aletta è un elemento di spicco del clan Mundo, guidato anche dalla sorella del pentito, tuttora operativo a Succivo.
Con pennellate precise e nitide il collaboratore di giustizia dipinge il triangolo criminale formato da Aletta, Casalesi e Brancaccio. Se Aletta è una persona perbene ne discende per logica aristotelica che sono candidi anche i vertici del gruppo Schiavone e l’ex padrone di Orta di Atella. Allora pure Nerone era un figlio affettuoso e un marito amorevole. Accantonata la fantascienza utopica torniamo alla realtà. Salvatore Papa che fa? Difende a spada tratta suo cognato: “È innocente!!!”. Guai se l’attuale vicesindaco diventasse primo cittadino. Per Succivo sarebbe un disastro di proporzioni bibliche. Molto meglio Salvatore Mundo come sindaco, Mariagrazia Lucariello suo vice con delega ai Lavori pubblici e Michele Aletta assessore alla Legalità.
Mario De Michele
(continua…)
UNO STRALCIO DELL’ORDINANZA SUI LEGAMI
TRA CLAN DEI CASALESI E ANGELO BRANCACCIO