Lo slogan Io resto a casa non vale per gli operai della Whirlpool, così come per gli altri metalmeccanici. La produzione, anche nelle giornate drammatiche del Coronavirus, prosegue regolarmente nello stabilimento di via Argine. «Continuiamo a lavorare tutti i giorni per 6 ore al giorno. Da un certo punto di vista è come andare in trincea», spiegano le tute blu. Dopo l’ultimo incontro di due mesi fa al Mise, dal quale era scaturita la conferma da parte di Whirlpool della chiusura a partire dal 31 ottobre 2020, gli operai non hanno mai smesso di recarsi in fabbrica. Le preoccupazioni dei metalmeccanici di Napoli Est sono comuni a quelle dei loro colleghi delle altre fabbriche italiane. L’accordo tra il governo e le organizzazioni sindacali della scorsa settimana desta ancora molte perplessità. I casi di positività al Covid- 19 riscontrati in alcuni stabilimenti hanno determinato il blocco temporaneo delle attività di fabbriche come Fca e Hitachi Rail. Per chi ha scelto di continuare, come Whirlpool, è necessario seguire pedissequamente il protocollo fissato dal governo.
Le mascherine sono poche e presto verranno a mancare. Inoltre, ci sono difficoltà logistiche nei bagni e in altri spazi comuni per la difficoltà di stare ad oltre un metro di distanza dagli altri. Gli operai hanno segnalato le loro perplessità alla multinazionale degli elettrodomestici. E il dialogo tra le due parti, sul fronte della sicurezza, si è rivelato molto più fruttuoso che nei mesi scorsi. Il Covid-19 è uno spauracchio, anche perché in un altro stabilimento si è già verificato un caso di contagio. Per gli operai occorrerà individuare delle soluzioni per ridurre al massimo i contatti. Gli operai spiegano che nelle prossime settimane potrebbe profilarsi una scarsità di materiali, a causa della chiusura delle frontiere, ma si tratta solo di ipotesi, per ora. Mentre i sindacati di categoria fanno sapere di aver concordato con Whirlpool «l’apertura della cassa integrazione speciale per Covid-19. Benché le attività produttive proseguano con l’adozione delle misure imposte dal Protocollo e parti sociali, la cassa – si legge in una nota di Fim. Fiom e Uilm – verrà aperta in tutto il gruppo poiché la situazione di emergenza potrà rendere necessarie chiusure parziali o totali in qualsiasi fabbrica o ufficio». A Via Argine, comunque, la fabbrica è sempre aperta.