All’inizio era sono due consigliere a non aver ‘digerito’ la revoca dell’assessore alle Finanze al Comune di Aversa ma adesso il fronte dei ‘dissidenti’ si è allargato. Ad Eugenia D’Angelo e Luisa Motti, le prime due in disaccordo col sindaco Alfonso Golia, si sono aggiunti Paolo Santulli, Francesco Forleo e Imma Dello Iacono. I 5 consiglieri di maggioranza hanno firmato insieme un documento molto critico nei confronti del primo cittadino sulla gestione della faccenda Carpentiero.
“Non volevamo credere alle voci di stampa. Invece sì: l’assessore Carpentiero è stato “giustiziato”. Non era compatibile con la perpetuazione dell’ordine amministrativo costituito, quello che, nel tempo, ha fatto scivolare Aversa in una condizione finanziaria disastrosa, celata attraverso omissioni e artifici contabili”. Inizia così il documento indirizzato al sindaco: “Perché quest’appiattimento sulla parte dominante dell’apparato? – si domandano i consiglieri – Se chi ha in mano le carte da decenni e “l’esclusiva” della competenza si mette di traverso, può impantanare l’azione amministrativa di chiunque, lasciando al palo l’eletto dal popolo, che rischierà di trovarsi contro lo stesso popolo che l’ha eletto. Per non soggiacere a questa pressione, bisogna avere determinazione, competenza, grande spirito di sacrificio. L’assessore Carpentiero ha dato prova di queste qualità. Ma un assessore tecnico conta in proporzione al sostegno attivo, che il sindaco gli assicura. L’assessore si era lasciato reclutare, credendo alla rivoluzione della “verità” e della “trasparenza”. Come noi altri, come gli elettori aversani che hanno fatto la differenza al ballottaggio. Con la scelta del sindaco di consegnarsi all’apparato, che gli garantiva almeno di galleggiare “in sicurezza”, l’assessore Carpentiero si è trovato a essere sempre più d’impaccio: una presenza ingombrante, perché fautore di un difficile risanamento che, inevitabilmente stava facendo emergere inerzie e responsabilità. Si pensi solo allo scandalo dello svincolo di 2 milioni di euro bloccati in banca da anni, benché già liquidati, mentre si faceva inutilmente ricorso a prestiti bancari onerosi.
Egli ha rivendicato per mesi, fino alle dimissioni, il sostegno attivo del sindaco nei confronti dell’apparato; e noi con lui. Man mano che emergevano le questioni, infatti, vedevamo sempre più nell’assessore Carpentiero l’autentico garante tecnico della primavera di verità promessa. Così, il sostegno alla sua azione e la questione dell’assetto dirigenziale, sono divenute le questioni dirimenti per una parte non trascurabile della maggioranza, che, dentro e fuori dei partiti, lega la propria presenza nel Consiglio comunale alla possibilità di onorare gli impegni assunti con i cittadini. Al sindaco questo era stato fortemente rappresentato”. Per i cinque consiglieri “con la precipitosa liquidazione, tra l’altro in tempo di Pasqua e di COVID, dell’assessore Carpentiero, a un passo dalla presentazione del bilancio di verità, si è inteso passare il Rubicone. Del COVID, poi, da sindaco, ci si occupa davvero attrezzando la città a resistere e a ripartire nelle nuove difficilissime condizioni. Ad Aversa si è cronicizzato un certo aristocratico disinteresse verso la riscossione dei tributi (forse perché pratica elettoralmente scomoda). Si riscuote pochissimo e malissimo. Ora l’economia in ginocchio determinerà una prevedibile brusca caduta delle già esigue entrate. Qual è la strategia compensativa? Che si sta facendo? Si rischia l’osso del collo. L’impegno dell’Assessore alle Politiche sociali potrebbe anche bastare a sostenere le pur essenziali iniziative assistenziali. Il sindaco provi a governare i processi. Il COVID non può giustificare un ulteriore indebolimento al timone del Comune”.
Nel documento non manca un passaggio sulla vicinanza politica del sindaco Golia al consigliere regionale Stefano Graziano e si sottolinea come “l’indirizzo “politicista” assunto da tempo (in prossimità delle elezioni regionali), ha prodotto danni che pesano e peseranno terribilmente sulla vita amministrativa. Nell’area finanziaria non doveva esserci soluzione di continuità tra l’uscita del precedente dirigente e l’ingresso di un nuovo elemento (uno finalmente estraneo all’apparato “storico”) di pari esperienza e capacità. Invece, quest’area, decisiva per rimettere in piedi la città, viene affidata a una supplente, che già ha in carico le politiche sociali, aumentate con le problematiche COVID e da quando Aversa è diventata capofila dell’Ambito territoriale socio-sanitario C6 di cui, pare, che la stessa facente funzione sia stata nominata Coordinatore di Piano. Non si doveva lasciare del tutto sguarnito il settore dell’igiene urbana, che da solo impegna enorme parte dei fondi comunali. E’ un settore da rivoluzionare completamente, lontanissimo com’è dagli standard minimi di economicità ed efficienza. Occorre un piano di emergenza per evitare il collasso del servizio. Sono vuoti che si pagano e pagheremo. Aversa non poteva permetterselo. Che fare? Arrendersi? A quella parte bella della città, che un anno fa ha creduto nella possibilità di farla risorgere come comunità viva e partecipata, diciamo di non lasciarsi bloccare dalla delusione e dallo sconforto. Il cammino può proseguire e addirittura svilupparsi. Bisogna fare ancora un passo avanti. Aversa è città importantissima, che trabocca di competenze. Se anche solo una piccola parte di queste si renderà disponibile a entrare nelle questioni vive della città con generosità e disinteresse, allora si potrà realizzare il necessario contrappeso all’arbitrio degli “addetti ai lavori” grazie all’esercizio diffuso di proposta e di controllo, che potrebbe davvero fare la differenza, avviando la rinascita della nostra città”.