Su 110 medici del 118 oltre la metà potrebbero lasciare. E potrebbero anche farlo presto. In buona sostanza significherebbe fare solo trasporto in ospedale e non curare più le persone sul posto. Questo rischio sarebbe concreto secondo direttore del 118 a Napoli e coordinatore della Campania, Giuseppe Galano. Il tutto anche dopo i rilievi della Corte dei conti che hanno portato alla richiesta di restituzione dei compensi integrativi degli ultimi anni. Un conto salatissimo per decine e decine di migliaia di euro a medico. 

    “Va risolto – sostiene Galano. E’ così che si ripaga una classe professionale come i medici del 118, dopo che tutti hanno giudicato questi uomini come eroi? E ora li trattiamo quasi fossero evasori (il recupero del pregresso si aggirerebbe sui 90.000 euro a medico”. “Sono convinto che si tratti di un problema burocratico amministrativo che si può risolvere. Cito un dato: solo l’anno scorso sono stati effettuati qualcosa come 20.000 interventi, tra cui molti covid, prestando cura sul posto senza coinvolgere l’ospedale. Proviamo ad immaginare se tutto questo dovesse venir meno. Probabilmente gioverebbe anche modificare lo status dei medici del 118: convenzionati ma assunti dalle Asl, in modo di dare stabilità ai loro compensi”.

ECCO COSA E’ SUCCESSO I tagli, e la contemporanea richiesta di restituzione, sono stati decisi dopo che la Corte dei Conti ha rilevato, tramite la Procura, una irregolarità relativa alla indennità oraria aggiuntiva di 5,16 euro, percepita dal personale medico convenzionato del 118 impiegato presso i Saut (postazioni di emergenza della rete territoriale) in relazione agli ultimi 15 anni. Oltre al taglio, in prativa un terzo dello stipendio (800 euro mensili), i medici interessati sono chiamati a restituire cifre che vanno dai 40 ai 90 mila euro. Sindacati in subbuglio, sciopero in vista il 9 marzo. Medici convenzionati del 118. Secondo la Corte dei conti l’indennità in questione sarebbe stata assorbita dalle voci assorbite nel nuovo contratto (del 2005).

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