Quando e’ iniziato il blitz, Franco Lamolinara a Chris Mc Manus sono stati portati nel bagno del complesso in cui erano tenuti in ostaggio e uccisi a bruciapelo dai rapitori. Lo ha riferito al “Times” Hauwa, la moglie di un custode dello stabile,

che potrebbe essere stata l’ultima a vedere i due ostaggi vivi. “Erano tutti nel salone del compound quando le mura hanno tremato per un’esplosione”, ha spiegato la donna, “dei sequestratori sono stati uccisi dai proiettili penetrati nella stanza”. “Poi lo scontro a fuoco si e’ intensificato e due uomini hanno sospinto gli ostaggi nel bagno. Ho sentito dei colpi e sono fuggita, non so come ho fatto a sopravvivere”. Un aereo dell’Aeronautica militare e’ partito questa sera dall’Italia e arrivera’ domani mattina ad Abuja, capitale della Nigeria. Se l’iter burocratico sara’ completato in tempo, l’aereo riportera’ in Italia la salma di Franco Lamolinara, gia’ domani. Intanto tiene ancora banco la polemica per il blitz della GB. “Il comportamento del governo inglese é inspiegabile”. Lo sconcerto, in mattinata, del capo dello Stato Giorgio Napolitano per la decisione della Gran Bretagna di dare il via libera al blitz costato la vita a Franco Lamolinara e Cristopher McManus, senza informare l’Italia, è il segno evidente della tensione tra Roma e Londra. Una tensione che poi e’ calata con il passar delle ore. Il presidente della Repubblica non ha nascosto, nelle prime ore, il suo disappunto e definito “necessario” un “chiarimento politico-diplomatico”.

 

Dopo la tragedia, anche Palazzo Chigi ribadisce “fermezza” nel chiedere chiarimenti. Anche se la linea del governo, fanno sapere dall’entourage di Monti, è quella di evitare “escalation” nelle polemiche e “strappi” con Londra. Una linea pienamente in sintonia con quella del Quirinale dove in serata sale il premier per chiudere una giornata tesa e densa di contatti Roma-Londra. E’ anche dalla Nigeria che in queste ore le autorità italiane attendono risposte. Di fronte all’irritazione italiana, Downing Street non sembra comunque scomporsi e difende la sua scelta, definendola, al contrario “spiegabilissima”: “Gli ostaggi stavano per essere spostati e forse uccisi. Bisognava intervenire”. Decisione “dolorosa” dunque, ma, ribadiscono, “spiegabilissima”.

Il botta e risposta a distanza tra Roma e Londra dura tutta la giornata, con ricostruzioni anche contrastanti che arrivano da Oltremanica. Il ministro degli Esteri Hague ammette che l’Italia è stata informata ad “azione avviata”, così come emerso anche da fonti italiane, con una comunicazione avvenuta in due tempi: la prima per informare sul blitz in corso, la seconda con la telefonata di Cameron a Monti per comunicarne la conclusione negativa. Ma poco dopo il titolare della Difesa britannica Phil Hammond assicura che i contatti con Roma sono avvenuti “mentre veniva presa la decisione di agire”, anche se l’Italia non ha “specificamente autorizzato l’operazione”. Dettagli. Roma è stata tagliata fuori.

E mostra tutta la sua irritazione. Terzi incontra Hague a Copenaghen e chiede “massima chiarezza” sul blitz nel più breve tempo possibile: nel giro delle “prossime ore”, dice. E ricorda “con fermezza” al collega britannico “il grande sconcerto” che la vicenda ha provocato “in tutto il Paese”. La Gran Bretagna continua a ripetere che agire in fretta era necessario, che l’Italia sapeva che il blitz era nell’aria, che poteva avvenire ‘at short notice’, con preavviso ravvicinato, che da Roma non è mai arrivato alcun veto alla prospettiva né, adesso, alcuna protesta formale. E fa spallucce di fronte alle contestazioni italiane. “La nostra priorità – dice il portavoce di Downing Street – era rispondere alla situazione sul terreno”. Ma non intende assumersi la responsabilità diretta di quelle morti. Lamolinara e McManus “non sono rimasti vittime di fuoco incrociato”, ha precisato il portavoce. Al contrario, sarebbero stati giustiziati prima ancora che le forze speciali entrassero nel compound dei terroristi. Su una cosa però Italia e Gran Bretagna sembrano essere d’accordo: la dinamica del blitz resta ancora da chiarire.

“Metteremo in comune ogni informazione di intelligence – ha assicurato Hammond – anche noi vogliamo capire esattamente cos’é successo. E’ una lezione per altre eventuali azioni di questo tipo”. E anche Terzi e Hague, concluso l’incontro a Copenaghen, si lasciano con l’accordo di “condividere tutte le informazioni per facilitare la ricostruzione e la comprensione” di quanto accaduto durante il blitz. Febbrili, per tutta la giornata, i contatti diplomatici. Nel pomeriggio l’ambasciatore britannico Christopher Prentice ha incontrato il segretario generale della Farnesina Giampiero Massolo, poi il consigliere diplomatico di Monti, Pasquale Terracciano. Ma, almeno per il momento, sembra da escludere una telefonata tra Cameron e Monti, che in serata è salito al Colle per un colloquio con Napolitano anche sulla gestione della vicenda. Fonti di Palazzo Chigi fanno intanto sapere che è anche dalla Nigeria che, da ieri, l’Italia attende risposte. Perché se è vero che c’é stato un passaggio ‘poco gradito’ anche nel rapporto con Londra (e cioé il fatto che l’Italia sia stata informata dopo) è altrettanto vero che è al governo nigeriano che bisogna chiedere conto di quanto avvenuto durante il blitz.

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