Un soldato americano ha improvvisamente aperto il fuoco oggi all’alba contro quattro abitazioni in un villaggio della provincia meridionale afghana di Kandahar, causando la morte di almeno 17 persone, tra cui nove bambini e tre donne,
prima di consegnarsi ed essere arrestato da militari della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf). Secondo quanto racconta un reporter della Afp le vittime sono state bruciate. “Sono entrato in tre case e ho contato 16 morti, inclusi bambini, donne e uomini anziani”, racconta in una testimonianza un giornalista dell’agenzia che ha visitato i villaggi afghani. “In una delle abitazioni c’erano i corpi di dieci persone, fra cui donne e bambini, che erano stati tutti uccisi e bruciati in una stanza. Un’altra donna invece giaceva morta all’entrata della casa. Sono stati uccisi e bruciati. Ho visto (fra i cadaveri) almeno due bambini di età fra i due e i tre anni, che erano stati bruciati”. “In un’altra casa”, situata in un secondo villaggio, “c’erano quattro persone morte. Ho visto i loro cadaveri stesi in una stanza. Fra loro c’erano due uomini anziani e una donna”, racconta ancora la fonte giornalistica, che parla di un sedicesimo corpo in una terza abitazione. I nomi dei due villaggi, secondo il portavoce del governo provinciale di Kandahar, sono Alokozai e Garrambai, entrambi nel distretto de Panjwayi. Il presidente afghano Hamid Karzai, condannando la sparatoria, ha detto che si è trattato di “omicidi intenzionali” e ha chiesto alla Nato di fornire spiegazioni. Il militare, che soffriva di un esaurimento nervoso e la cui identità non è stata resa nota, ha lasciato la base nelle prime ore del mattino e ha aperto il fuoco contro tre abitazioni nel villaggio di Alkozai. Dopo la sparatoria, il soldato si è costituito alle autorità americane. Il segretario alla Difesa Usa, Leon Panetta, si è detto “profondamente rattristato” e di star “monitorando la situazione” dopo la strage di civili compiuta da un soldato statunitense in Afghanistan. Lo riferiscono fonti dello stesso Pentagono. Non si conoscono ancora le ragioni del gesto raccontato alla stampa da Hajji Agha Lalai, membro per il distretto di Panjwae nel consiglio provinciale di Kandahar, che ha detto di esserne venuto a conoscenza da alcuni testimoni oculari. Nel distretto di Panjwae si trova una base dell’Isaf e in un comunicato a Kabul in cui dà notizia dell’arresto del militare, la Forza internazionale sottolinea che “si è trattato di un episodio che genera un profondo rammarico e che ci spinge a presentare le nostre condoglianze ai famigliari e agli amici delle vittime”. Da parte sua il governatore di Kandahar, Toryalay Weesa, ha detto che il soldato “é fuggito dalla base americana ieri sera” e che “stamani ha aperto il fuoco su un gruppo di civili causando 16 morti”, che sono però almeno 17 secondo Lalai. Nel comunicato dell’Isaf si dice infine che le autorità americane e afghane condurranno insieme “una approfondita inchiesta” sulla strage. Secondo il portavoce dei talebani, Qari Mohammad Yusuf Ahmadi, si sarebbe trattato invece di un vero attacco, e non di un gesto isolato. Ahmadi ha detto che non uno, ma più soldati “hanno attaccato numerose case del villaggio di Balambi” e “secondo testimoni vi sarebbero una cinquantina di cadaveri”, fra cui undici appartengono alla famiglia di Mohammad Wazir”, uno degli anziani del villaggio. La strage si è verificata in un momento molto delicato in Afghanistan, dopo le forti tensioni conseguenti alla vicenda dei corani bruciati da militari Usa il mese scorso in una base americana. Il mese scorso, sono morti una trentina di afghani oltre a sei soldati statunitensi. L’ambasciata Usa a Kabul avverte che rappresaglie anti-americane sono possibili in seguito alla strage condotta da un militare Usa nel sud dell’Afghanistan. Lo si legge in una nota diffusa dalla stessa ambasciata ai media.