Comune un pugile suonato. L’assessore Salvatore Lettera prende a pesci in faccia l’ex consigliere Domenico Cammisa sui lavori di completamento dell’asilo nido comunale “Franca Rame”. In seguito a una serie di commenti social pubblicati dall’ex esponente dell’amministrazione griffata Eugenio Di Santo, l’esponente della giunta Dell’Aversana ha scritto un lungo post per rimettere la discussione sui binari della verità e della serietà. Sterminando la lingua italiana (“dì” accentato, “lì avete” e “restrutturazione”, mamma mia!), Cammisa si è sperticato per riconoscere il merito della lodevole opera esclusivamente alla passata gestione amministrativa. “Grazie a noi la comunità ha questa struttura”, ha sottolineato l’ex delegato allo Sport. Più che allo sport in generale Cammisa si dovrebbe dedicare all’ippica. Farebbe sicuramente più bella figura. Infatti la sua ricostruzione è fantasiosa quanto ridicola come ha fatto notare Lettera elencando per filo e per segno i passaggi decisionali che hanno portato alla realizzazione dell’asilo. “Caro Cammisa, – si legge nel post Fb dell’assessore alla Legge 328 – per poterti rispondere in maniera esaustiva ho preferito recuperare tutta la documentazione risalente dal 2010 ad oggi in quanto il progetto dell’asilo nido è nato nel lontano gennaio 2010 con l’amministrazione Di Santo, quando io ero consigliere delegato alla L. 328/00 e tu consigliere delegato allo sport. Con delibere di Giunta Comunale N. 14 e 15 del 29.01.2010 è stato approvato il progetto preliminare e definitivo per la realizzazione di un asilo nido comunale. L’allora amministrazione di Santo di cui entrambi facevamo parte identificò giustamente la nuova struttura come asilo nido comunale dove oggi attualmente è ubicata nel plesso scolastico Cinquegrana. Con determina N.16 del 2014 – recita un passo del post – vennero aggiudicati in via definitiva i lavori di realizzazione per l’asilo nido, nel periodo in cui il sottoscritto non rivestiva più nessuna carica istituzionale. Con delibera di giunta N. 19 del 3.3.2016 veniva intestato lo stesso asilo nido, ancora incompleto di lavori, all’artista “Franca Rame”, come riportato nella stessa delibera di giunta in cui si evidenzia che i lavori dell’asilo non erano terminati: era senza agibilità, non era accatastato ed era privo dei certificati di collaudo tecnico-amministrativi”.

Domenico Cammisa e Salvatore Lettera

Pur dando atto all’amministrazione Di Santo di aver avviato l’iter, Lettera rimarca il ruolo decisivo dell’attuale esecutivo. “Nel 2016 appena ci insediammo con l’amministrazione Dell’Aversana, furono avviati i lavori per la realizzazione dell’asilo nido che non erano ancora stati completati dall’amministrazione precedente. Con determina n.11 del 2017 furono affidati i lavori di completamento della struttura alla Ecoatellana Multiservizi per circa 140 mila euro. Se oggi Sant’Arpino ha un servizio di asilo nido comunale è solo grazie all’intervento di questa amministrazione, che ha portato a termine tutti i lavori incompleti e tutte le certificazioni. Sono pronto a confrontarmi anche pubblicamente, così, carte alla mano, possiamo dimostrare a tutti chi è che dice le barzellette”. Insomma c’è poco da aggiungere. Mentre Cammisa si dimostra ancora una volta come uno dei principali produttori mondiali di propaganda politica, Lettera è intervenuto con fatti e delibere. Tutto consultabile. Per non farsi mancare nulla l’ex consigliere comunale ha disquisito, sempre ricorrendo a una lingua distante da quella italiana, anche sulle bollette “pazze” inviate dalla società idrica. Ha scritto: “Cacciate via a calci l’Acquedotti”. Bene, bravo, bis. Se non fosse che, in vista delle elezioni, i suoi amici di Sant’Arpino Città in Comune siedono stabilmente al tavolo delle trattative proprio con i consiglieri che votarono a favore dell’adesione dell’ente locale all’Acquedotti. Parliamo dei 6 moschettieri Giovanni D’Errico, Loredana Di Monte, Ernesto Di Serio, Gennaro Capasso, Ivana Tinto e Gennaro Vitale, oltre che di Elpidio Maisto e Pina Drea. Per la proprietà transitiva, che Cammisa ovviamente ignora, dovrebbero essere “cacciati a calci” anche loro. O no? Infine consigliamo al povero Cammisa un corso accelerato di italiano, altrimenti qualora i bimbi dell’asilo dovessero leggere i suoi post Fb da adulti saranno destinati ad essere dei ciucci matricolati.

Mario De Michele

IL POST DI DOMENICO CAMMISA

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