Che esagerazione. Il sindaco e gli assessori di Aversa pesano sulle spalle dei cittadini per la bellezza di 252mila euro all’anno. Si scrive costi della politica, si legge sperpero di denaro pubblico. E non si tratta di fare la solita demagogia. È inaccettabile che per governare una città di meno di 60mila abitanti il Comune debba sborsare quasi 21mila euro al mese. Una cifra stellare alla quale vanno aggiunti i gettoni di presenza al civico consesso e alle commissioni consiliari. Il recordman delle indennità di carità è Alfonso Golia. Nel suo zainetto rosso il primo cittadino ripone quasi 4mila euro mensili, per un totale di 45.960 euro annui. Pazzesco. Anche lo stipendio del suo vice Marco Villano è altissimo: 2.872 euro al mese, che fanno la bellezza di 34.464 euro in un anno.

Alfonso Golia

Mensilmente intascano 2.398 euro gli assessori Luisa Melillo, Francesco Sagliocco, Francesca Sagliocco. Stessa cifra va al presidente del consiglio Carmine Palmiero. Prendono la metà dell’indennità di carica (1.149 euro mensili), in quanto lavoratori dipendenti, gli assessori Elena Caterino, Luigi Di Santo e Giovanni Innocenti. Villano, che lavora per la Sogin, invece ha optato per l’aspettativa e quindi si mette in saccoccia lo stipendio pieno di assessore, maggiorato dalla delega di vicesindaco. In un anno gli amministratori locali costano alla collettività 252mila euro. Per carità è giusto che i componenti dell’esecutivo siano pagati per svolgere la loro attività istituzionale. Ma in tempo di crisi e quando si chiede alla gente di stringere la cinghia, oltre che il pagamento di tasse, imposte e balzelli altissimi, ci si aspetta che a dare l’esempio siano proprio sindaco e assessori con la riduzione dei costi della politica. Così non è. Almeno ad Aversa. Peccato.

Mario De Michele  

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