Correva l’anno 2020. Era il 22 giugno. I consiglieri di opposizione Iolanda Boerio, Maria Rosaria Coppola, Maria Rosaria Di Santo, Speranza Belardo e Mimmo Iovinella inviarono una nota, via Pec, al sindaco Giuseppe Dell’Aversana, all’allora segretario comunale Assunta Mangiacapra e ai componenti dell’organo straordinario di liquidazione per chiedere spiegazioni sulla presenza di “alcuni soggetti” che durante il periodo di chiusura degli uffici comunali per Covid si aggiravano all’interno del municipio. Oltre all’onnipresente Elpidio Del Prete, marito del vicesindaco Caterina Tizzano, i cinque esponenti della minoranza segnalavano la presenza di Ernesto Di Mattia, a quei tempi un nome come un altro. Ora però salito alla ribalta perché candidato sindaco (manca solo l’ufficialità) su indicazione di gran parte della “fu” maggioranza e degli stessi Belardo e Iovinella. “Vorremo conoscere – recitava la nota dei consiglieri – il ruolo attribuito al signor Elpidio Del Prete, marito del vice sindaco Caterina Tizzano, in quanto il medesimo è sempre presente all’interno del Comune nei vari uffici comunali. Visto il periodo di pandemia che la nostra Nazione sta affrontando e visto che per ragioni sanitarie il Comune è chiuso al pubblico si vuole conoscere l’eventuale ruolo che è stato attribuito al signor Del Prete Elpidio. Inoltre, con la medesima motivazione, si chiede di voler conoscere il ruolo di Ernesto Di Mattia”.
Quest’ultimo, zio del presidente della commissione Urbanistica e Lavori Pubblici Ernesto Di Serio, è responsabile del settore Economico-finanziario e Personale del Comune di Lusciano e coordinatore dell’Ambito socio-sanitario C7. Nei giorni antecedenti all’invio della nota dell’opposizione circolava voce che Di Mattia stesse aiutando gli uffici comunali di Sant’Arpino nella redazione del bilancio stabilmente riequilibrato. Da qui la richiesta legittima di conoscere a che titolo Di Mattia utilizzasse le postazioni degli uffici comunali, in qualche caso chiudendosi anche a chiave. Ci sono assessori e consiglieri che hanno foto, audio e video per dimostrarlo. L’incarico di redigere il bilancio fu affidato, con un costo di 10mila euro, alla Publisys, società calabrese che incassò altri 7.500 euro per altri servizi forniti all’ente locale (link in basso). È tuttora un mistero il ruolo svolto da Di Mattia e soprattutto se ci fu un corrispettivo economico. Sulla carta il funzionario di Lusciano non avrebbe potuto intascare nulla. Ma quello che va segnalato è un altro aspetto della vicenda. Speranza Belardo e Mimmo Iovinella sono gli stessi che appena un anno pretendevano spiegazioni dal sindaco Dell’Aversana per la presenza di Di Mattia al Comune, chiedendone di fatto l’allontanamento, mentre oggi sostengono la sua candidatura a sindaco. In questa estate torrida a Sant’Arpino la coerenza politica è andata a farsi friggere. Forse sotto i raggi del sole.
Mario De Michele