Luigi Lusi e’ un ladro, un cancro, uno in grado di carpire la tua fiducia “in modo diabolico”. Francesco Rutelli parla ore e ore, prima in procura e poi con la stampa, al Senato. Un esposto di quattro pagine lo consegna ai giudici che indagano sui milioni spariti dalle casse della Margherita (partito che cessera’ di esistere, si apprende oggi, tra qualche mese); un profluvio di parole lo riversa invece sui giornalisti, ben sapendo che la rilevanza mediatica di questa faccenda vale quasi quanto quella penale. “Io sono una vittima, sono una persona perbene e ho dedicato la mia vita al servizio pubblico.
Non posso essere messo in uno stato di intimidazione da un ladro, ma c’e’ di fatto una strategia di intimidazione”, denuncia con il vigore di quando era un giovane radicale, “questo e’ un disegno criminale, un tentativo di intimidazione usando ad esempio il depistaggio. Ma i magistrati sanno che noi dobbiamo essere difesi perche’ siamo vittime”. Il fatto e’ che per tutti questi anni “Lusi ha carpito la nostra fiducia in modo diabolico” e “la Margherita e’ stato un partito onorato composto da persone perbene che ha scoperto di avere un ‘cancro'”.(AGI) (AGI) – Roma, 16 mar. – Un fiume in piena, il leader di Alleanza per l’Italia, che spiega inforcando gli occhialetti da presbite che “non e’ stato dato alcun centesimo dalla Margherita al Cfs (fondazione Centro Futuro Sostenibile, ndr) che sia andato all’Api”. Snocciola dati, spiega cifre: “In piu’ anni il Cfs ha avuto un milione e 126 mila euro dei 6 milioni complessivi dati a tutte le associazioni. I 284mila euro transitati dalla fondazione all’Api erano soldi del comitato dei miei sostenitori. Tutti i bonifici sono resistrati e sono stati trasmessi alla Procura, tutto e’ tracciabile, non c’e’ nessuna anomalia”. Riferisce persino di minacce di morte via elettronica che gli sono giunte da quando e’ scoppiato il caso, cosa di cui lui ha messo al corrente i carabinieri. E lascia intendere, Rutelli, che da rintracciare c’e’ piuttosto il nome di chi avrebbe forzato i dati sensibili di certi conti correnti. “Ignoti hanno esercitato un’intrusione illecita nei dati di movimentazioni bancarie il cui accesso non e’ disponibile al pubblico”, denuncia in procura prima di concedersi alle telecamere, “se i finanziamenti in entrata al conto corrente del CFS sono certamente noti a Lusi e ai suoi eventuali accoliti, non e’ questo il caso di movimenti in uscita pubblicati da ‘L’Espresso’ nell’articolo della giornata di ieri, 15 marzo”. Lusi e il settimanale sono stati querelati dal Rutelli furioso (“molto arrabbiato”, nella sua autodescrizione). Le indagini della procura, nel frattempo, proseguono.