NAPOLI – “Quali verità, non ancora emerse e sulle quali si rischia di far cadere un silenzio tombale dopo l’abbattimento che si sta eseguendo solo in questi giorni, si celano dietro la vicenda dell’ ”ecomostro dell’Arenella” che avviene a distanza di oltre 22 anni dalla sentenza, emessa nell’udienza del 13 febbraio 1990, con la quale, l’allora pretore di Napoli, dr. Aldo De Chiara, ordinava l’abbattimento del manufatto sequestrato, ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 7 della L 28/2/85 n. 47,
“se non altrimenti eseguita a cura del Comune di Napoli”, ed a spese ed in danno degli imputati? Perché il Comune è rimasto inerte per tanti anni, senza ottemperare all’ordine del Giudice, non eseguendo l’abbattimento con spese in danno degli imputati? Che nesso c’è tra l’attuale decisione di procedere all’abbattimento e l’indagine che, stando a quanto riportato da alcuni organi d’informazione, era stata aperta nei mesi scorsi dalla Procura di Napoli anche per fare luce su presunti irregolarità nella richiesta di condono edilizio mai esaminata presentata dai proprietari dell’edificio nel lontano 1994, in occasione della sanatoria varata dal Governo, ipotizzandosi che tale richiesta potrebbe essere stata insabbiata per impedirne la demolizione, lasciando così che l’ecomostro rimanesse in via Cattaneo per quasi un quarto di secolo dopo il sequestro effettuato il 4 ottobre 1988? “. Sono alcune delle domande che Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, pone alla luce delle ultime vicende e sulle quali chiede risposte affinché si faccia piena luce su molti punti oscuri di una vicenda che si è trascinata per quasi 25 anni e che ha visto la discesa in campo di numerose associazioni e di tanti cittadini. “ Inoltre – prosegue Capodanno -, aspettiamo di conoscere la destinazione dell’area interessata dopo l’abbattimento del manufatto. Non vorremmo trovarci, come già succedendo altrove nell’area collinare della città, di fronte alla realizzazione di un nuovo parcheggio privato, laddove chiediamo da tempo, alla luce della palese esigenza di ridurre il traffico veicolare in uscita, sia all’Arenella che in via Cilea, la realizzazione di parcheggi pubblici d’interscambio nei pressi della tangenziale, che, proprio perché pubblici, devono nascere non per essere venduti come box privati a prezzi inaccessibili ma essere invece destinati a parcheggi per la sosta oraria con tariffe contenute ed abbordabili per tutti “.