I carabinieri della Compagnia di Torre Annunziatastanno lavorando senza sosta presidiando e setacciando tutta l’area Vesuviana senza tralasciare nulla alla ricerca dei banditi che hanno compiuto la rapina in Via Giovanni della Rocca a Boscoreale giovedì sera nel corso della quale è stato assassinato Antonio Morione, di 41 anni, il titolare della pescheria ‘Il delfinò presa di mira. L’esercente è stato colpito al volto. Stando a quanto appurato dagli investigatori, all’arrivo dell’auto a bordo della quale ci sarebbero state tre persone, Morione si trovava all’esterno della sua pescheria. E qui avrebbe visto entrare il malvivente sceso dalla vettura dirigersi armato di pistola verso la cassa. A questo punto avrebbe recuperato un coltello e squarciato una gomma dell’auto in sosta per impedirne la fuga. Un fatto che ha richiamato l’attenzione del rapinatore armato, il quale avrebbe desistito dai propositi iniziali e si sarebbe frettolosamente portato all’esterno della pescheria, dove ha trovato Morione, verso il quale ha esploso quattro colpi d’arma da fuoco centrandolo al volto con uno di questi.
I carabinieri hanno anche acquisito le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona. Filmati che gli inquirenti considerano importanti per provare a risalire all’identità dei malviventi ma anche per capire se gli autori del colpo in via Giovanni Della Rocca siano gli stessi che poco prima hanno rapinato un’altra pescheria, «La rosa dei venti», in Via armando Diaz, di cui è titolare il fratello della vittima, Giovanni Morione. Ieri è stata ritrovata un’auto incendiata nella zona del Piano Napoli alla periferia di Boscoreale: potrebbe essere quella usata in via Giovanni Della Rocca. Intanto davanti alla pescheria c’è chi continua a portare fiori e lumini e chi si ferma per una preghiera, un pensiero per il commerciante ucciso, chi commenta quanto accaduto, chi lascia un biglietto, le automobili di passaggio rallentano per osservare il posto teatro dell’assassinio in un contesto di dolore e rabbia per la morte di Antonio Morione.
«Mio figlio era un commerciante onesto che la legge ha abbandonato a se stesso» ha affermato ieri la madre,i Ernesta. «Mezz’ora prima del fatto l’altro mio figlio, Giovanni, aveva subìto una rapina, lo stesso era stato rapinato anche l’anno scorso, sempre nel mese di dicembre». «Sei morto per difendere il frutto del tuo lavoro. Spero che chi ha fatto ciò, paghi». È stato scritto ieri su un foglio accanto ad un fascio di rose rosse depositate davanti alla saracinesca abbassata della pescheria.