Esultano grillini, centrodestra e associazioni No Dad alla bocciatura dell’ordinanza di De Luca. Zero commenti in attesa dell’evolversi degli eventi invece da parte dei vertici di Santa Lucia. Compreso il governatore Vincenzo De Luca mai avaro di post. Ma tant’è: lui rimane fermo sulle sue posizioni e comunque, in caso di un’impennata dei contagi, potrà sempre ribadire di aver illustrato per primo lo scenario, di aver anticipato le mosse chiudendo le scuole e tentato di metter freno ai contagi. Insomma, per lui non è un passo falso, né un inciampo e conta poter dire, come sottolinea quasi sempre nelle sue dirette, di aver agito per primo. «Tempo una settimana e poi vediamo cosa accade», dice ieri ai suoi. Anche se, stavolta, lo scontro non è stato contro un premier come Giuseppe Conte ma con Mario Draghi che sulle deroghe alle scuole in presenza non vuole sentir ragioni. «Probabilmente ci sarà un aumento delle classi in Dad ma quello che va respinto è il ricorso generalizzato alla didattica a distanza. Ci sono anche motivazioni di ordine pratico: ai ragazzi si chiede di stare a casa, poi fanno sport tutto il pomeriggio e vanno in pizzeria?», dice non caso l’ex presidente della Bce ieri pomeriggio a domanda diretta dei cronisti sul caso campano. E forse anche per questo sparisce, in un colpo solo, chi sino all’altra mattina era favorevole al provvedimento deluchiano. A causa forse, è il caso di quest’ultimi, delle considerazioni a caldo del premier Draghi sulla scuola. Senza contare chi aveva fatto marcia indietro nel giro di poche ore prima che arrivasse la decisione dei magistrati amministrativi. È il caso dei renziani. «La decisione del Presidente De Luca di sospendere le attività in presenza è necessaria», dicevano sabato; «Crediamo che chiudere le scuole sia una scelta sbagliata», ribadiscono invece ieri mattina. Ma tant’è perché nel pomeriggio il Tar accoglie i ricorsi.
«Una bocciatura clamorosa della gestione De Luca di questi mesi. Le difficoltà del sistema sanitario regionale, secondo i giudici con i quali concordiamo, non giustificano l’adozione della misura sospensiva, dimostrano piuttosto la carente previsione di adeguate misure preordinate a scongiurare il rischio, ampiamente prevedibile, di collasso», dicono i consiglieri regionali della Lega Gianpiero Zinzi, Severino Nappi e Attilio Pierro ansiosi di prendersi una rivincita dopo gli attacchi del governatore contro il loro leader Matteo Salvini. «Le pronunce del Tar sulla scuola certificano il fallimento del presidente della Regione, incapace di strutturare una adeguata organizzazione per tutelare la salute dei cittadini e dei più piccoli», gli fa eco Stefano Caldoro, capo della opposizione di centrodestra in consiglio regionale. «Consapevole in partenza dell’illegittimità della sua azione, De Luca è andato avanti, guadagnandosi l’ennesimo pretesto per attaccare il governo nazionale quando la curva dei contagi avrebbe raggiunto il suo picco», è l’attacco del parlamentare grillino Luigi Iovino mentre il collega Fdi Antonio Iannone ne approfitta per attaccare anche l’esecutivo: «Mentre De Luca e il governo Draghi litigano, a pagare il conto sono gli studenti, le famiglie e gli operatori della scuola». «Il Tar Campania, come era agevole attendersi, ha smontato pezzo pezzo l’ordinanza di De Luca, ricordandogli che anche un nobile potente può soccombere di fronte ad un mugnaio», ironizza invece Catello Maresca, capo dell’opposizione di centrodestra al consiglio comunale di Napoli, citando Bertold Brecht. I gruppi di genitori No Dad naturalmente brindano a una vittoria istantanea dopo che a novembre, sempre i giudici del Tar, avevano bocciato la Dad dell’anno scolastico precedente. «La Regione Campania è stata sconfessata in materia di governo della pandemia, infatti il Tar ha eccepito – scrivono Palmira Pratillo e Rosaria Chechile dell’associazione Scuole aperte Campania – svariate violazioni tra cui quella relativa alla gerarchia delle fonti, del principio di proporzionalità e ragionevolezza, del diritto all’istruzione oltre all’eccesso di potere e violazione di legge».