È l’unica centralina di rilevamento della qualità dell’aria in grado di controllare dall’esterno l’area dell’inceneritore di Acerra. Purtroppo però non funziona da quasi un anno. Motivo: lo stabilimento in cui era stata installata è stato chiuso tre anni fa e nel frattempo i ladri lo hanno saccheggiato fino al punto di far sparire anche i cavi dell’alimentazione elettrica. Impianto elettrico che alimentava l’importante strumentazione di rilevamento delle polveri sottili di proprietà dell’Arpac, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente. La fabbrica che ospitava la centralina era La Doria, produzione agroalimentare. Chiuse nel 2018. Ma la vicenda relativa al mancato funzionamento del solo strumento in grado di rilevare le condizioni dell’inquinamento nell’agro che circonda il termovalorizzatore affonda le radici anche nelle solite lungaggini di una burocrazia sconcertante. Tutta questa brutta storia è emersa dopo che l’Arpac ha risposto, il 10 gennaio scorso, ai quesiti della consigliera regionale Maria Muscarà, che aveva inviato una richiesta di chiarimenti quasi un mese prima, il 14 dicembre del 2021. Le domande di Muscarà puntavano su quali fossero le motivazioni per cui «la centralina di Acerra-zona industriale è ferma dalla data del 19 gennaio 2021» e sul perché la stessa centralina non fosse fornita di «un rilevatore per registrare il dettaglio dei valori per le polveri sottili PM10 e PM2,5 ora per ora, come invece accade per le centraline di San Vitaliano, Acerra Caporale e Santobono». Nella risposta l’Agenzia ha spiegato che «il problema trae origine dalla dismissione del sito industriale di Acerra, La Doria S.p.A». «Con la dismissione del sito industriale si è verificata l’interruzione dell’alimentazione elettrica della centralina spiega il dirigente del settore monitoraggio qualità dell’aria, Piero Cau – per cui si è reso necessario disinstallare la strumentazione che altrimenti sarebbe stata compromessa». Cau racconta di un primo sopralluogo effettuato alla centralina il 27 gennaio del 2021, cioè pochi giorni dopo la mancata trasmissione dei dati. «Lo stabilimento risultava privo di alimentazione elettrica specifica il dirigente – al punto che nemmeno il cancello automatico di ingresso era in funzione. In quell’occasione nel posto c’era una squadra di elettricisti de La Doria S.p.A. che stavano facendo una ricognizione dei danni subiti dal furto, per mano di sconosciuti, dei cavi elettrici delle montanti degli impianti elettrici e di altri cavi. È stato riferito che degli sconosciuti si erano introdotti nella fabbrica manomettendo gli impianti antintrusione per poi vandalizzare e portare via materiale contenente rame».

Il responsabile dell’Arpac ha fornito anche altri particolari sulla situazione in cui è piombata La Doria, la storica ex Knorr. Secondo Cau lo stabilimento agroalimentare «ha subito diversi atti di intrusione». Quindi le lungaggini, quattro mesi inutili in cui è stato prima deciso, d’accordo con il Comune, di trovare siti alternativi in grado di ospitare la centralina per poi fare dietrofront. «È il sito più idoneo», spiega l’Arpac. L’Agenzia comunque ha promesso che «in tempi brevi la centralina sarà riattivata» ma che «il rilevamento orario, come richiesto dalla consigliera Muscarà, non sarà possibile per motivi legati alla normativa».

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