«Nuove prospettive per i cittadini, a fronte del 90% dei vaccinati, con una riflessione da fare sull’Italia a colori (dalla zona gialla alla rossa) – ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa a SkyTg24 -. Il bollettino, poi, è destinato a cambiare, come le norme sulla scuola, tenendo in classe è tutti i vaccinati». «L’Italia a colori è stato indubbiamente un sistema utile e condiviso con le Regioni, ed è fondamentale continuare in questo percorso condiviso – ha affermato Costa -. Ma anche sull’Italia a colori credo che una riflessione possa essere assolutamente fatta perché è giusto, davanti ad un 90% di italiano vaccinati, dare delle prospettive ai cittadini». Bollettino dei casi? «Credo che nelle prossime settimane è destinato a cambiare. Profondo rispetto per il Cts, è stato il nostro faro in questi mesi difficili, ma credo che per quanto riguarda la comunicazione e quindi il bollettino, siamo di fronte ad una scelta politica più che scientifica – ha detto ancora il sottosegretario alla Salute -. Dobbiamo tenere conto di uno scenario cambiato, non dobbiamo sottovalutare che 27 mln di italiani hanno ricevuto la terza dose. Credo che modificare la comunicazione possa essere utile per stimolare coloro che non si sono ancora vaccinati». «Io sono per tenere in classe tutti coloro che si sono vaccinati – ha detto ancora Costa -. Va bene la didattica a distanza per coloro che volontariamente hanno deciso di non sottoporsi alla vaccinazione ma di fronte ad una platea che per l’80% si è vaccinata, credo che la scuola in presenza debba essere una garanzia a prescindere». Anche per la vaccinazione nella fascia di età tra 5 e 11 anni «le cose stanno andando bene: siamo arrivati al 25% dei vaccinati e le cose miglioreranno nei prossimi giorni – ha detto il sottosegretario alla Salute, sottolineando che, per quanto riguarda le quarantene a scuola per i più piccoli «credo che, quelle adottate, siano regole di garanzia» e sono più strette rispetto a scuole medie e superiori perché «non possiamo non tenere conto che è una vaccinazione partita molto dopo le altre, il 15 dicembre, perché prima non avevamo il vaccino disponibile». Rispetto al problema legato alla pressione per eseguire i tamponi «dobbiamo fare una distinzione: i tamponi cerchiamo di riservarli per chi è sintomatico mentre chi è asintomatico credo che dobbiamo in qualche modo esentarlo – ha detto il sottosegretario alla Salute -. Se l’obiettivo è quello di arrivare a una convivenza con il virus e quindi ha una fase endemica, dobbiamo andare in questa direzione, cercando di condividere già oggi le regole da applicare da qui alle prossime settimane». D’altronde, «non possiamo non considerare che i nostri concittadini per il 90% si sono vaccinati: è una questione anche di credibilità nei confronti di tutte le scelte che abbiamo fatto fino ad oggi. Lo scenario sta cambiando in positivo e quindi anche le regole si devono adeguare».