«Siamo sempre più soli», è il grido d’allarme di Gianfranco Wurzburger ed Antonio Pariante, rispettivamente presidente di Asso.gio.ca (l’associazione di volontariato che da venticinque anni si occupa di minori a rischio nella zona di piazza Mercato) e del presidente del Comitato Portosalvo (da sempre impegnato per la tutela e la salvaguardia del patrimonio storico monumentale della città di Napoli). «L’incendio della notta scorsa è l’ennesima prova che qui è terra di nessuno: un gruppo di ragazzini per “festeggiare” Sant’Antonio ha appiccato il fuoco a tre falò su tre punti diversi della piazza, uno al centro di piazza Mercato incendiando alcuni cassonetti per la raccolta dei rifiuti, un altro sulla facciata laterale della monumentale chiesa di Sant’Eligio (1270) a pochi passi dalla sede Asso. Gio. Ca. e un altro nell’area pedonale di via S. Eligio. Il fuoco ha praticamente bruciato e danneggiato le pareti in tufo della chiesa angioina». «Chiediamo da tempo alla Prefettura – proseguono Wurzburger e Pariante – che venga realizzato un sistema di videosorveglianza: qui è terra di nessuno! Il lavoro che quotidianamente svolgiamo sul territorio per aiutare i ragazzi viene reso vano se non accompagnato da controllo e sicurezza. L’incendio nella zona pedonale, tra l’altro, è stato pericoloso per chiunque transitava nell’area. Voglio lanciare un appello – conclude Wurzburger – a tutte le Istituzioni affinchè si costituisca un tavolo permanente per »piazza mercato e dintorni». , se non presidiassimo il territorio con le nostre attività avremmo perso la battaglia per il recupero della legalità. Noi non molliamo ma certo da soli non possiamo resistere».
«Come è possibile che non si riescano a fermare questi giovani gruppi criminali che mettono a ferro e fuoco la città e sfidano lo Stato ogni anno dando fuoco a monumenti, sradicando alberi e bruciando rifiuti e plastiche che poi emettono fumi tossici nocivi per la salute? – si chiede il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli – la gran parte di questi ragazzini sono cresciuti in ambienti criminali o sono figli di delinquenti seriali che hanno insegnato loro a devastare e distruggere la città e i beni comuni. Sono giorni che segnalavamo alle forze dell’ordine gli intenti criminali di questi soggetti tra l’altro annunziate anche sui social. Abbiamo segnalato dove avevano accatastato legname e anche i loro profili e in alcuni casi le loro famiglie criminali. Purtroppo a quanto sembra c’è una vera volontà di permettere a questi soggetti di fare quello che vogliono, di devastare il patrimonio pubblico e anche quello monumentale alla luce del sole. I danni alla Chiesa di Sant’Eligio sono un dramma per l’intera città e per tutte le persone perbene sempre più sole e abbandonate al proprio destino».