Si parla tanto a sproposito in questi giorni del Puc di Casapesenna. Contro il Piano urbanistico comunale sono stati presentati due ricorsi al Tar della Campania e il giudice ha disposto la “verificazione tecnica” rinviando una nuova udienza al 20 luglio 2022. Una procedura molto usata che non pregiudica per nulla lo strumento urbanistico. Il giudice dell’ottava sezione, Francesco Gaudieri, ha ritenuto necessario accertare “se lo stato di fatto assunto quale base per l’adozione del piano, al fine di quantificare il fabbisogno abitativo e le relative dotazioni di standard, sia conforme all’attuale stato dei luoghi con particolare riferimento agli immobili già edificati, a quelli sanati, a quelli sanabili già oggetto di domanda di sanatoria/condono, alle volumetrie autorizzate nell’ambito del recupero dei sottotetti nonché a tutti gli altri aspetti evidenziati nel ricorso e nel parere di cui alla citata determinazione della Provincia di Caserta”. E quindi se e in che modo “l’ente locale abbia effettivamente adeguato il piano urbanistico alle prescrizioni e alle osservazioni rese dalla Provincia”.

Marcello De Rosa

La verificazione è stata affidata al direttore pro tempore del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale “Luigi Vanvitelli” della Seconda Università di Napoli. Apriamo e chiudiamo parentesi: il Comune di Casapesenna si è affidato proprio all’università per la stesura del Piano. La canea mediatica si è subito sbizzarrita in titoloni del tipo: “Stop al Puc di Casapesenna”. Stop un bel niente. Il Puc è in vigore. E procede spedito nell’opera di riqualificazione del territorio. La stampa d’assalto ha però dimenticato di citare i presentatori dell’esposto. Eppure si tratta di due nomi che non lasciano indifferenti: uno è parente di Antonio Iovine, alias o’ Ninno, collaboratore di giustizia dopo un ventennio ai vertici del clan dei Casalesi, e l’altro è Orlando Fontana, per gli amici Nando, condannato per associazione mafiosa. Perché un parente di Iovine e Fontana hanno presentato un ricorso contro il Puc? Presto detto. I terreni di loro proprietà sono stati classificati come aree attrezzate, cioè non sono edificabili. In questo senso De Rosa aspetta più che mai tranquillo l’esito della “verificazione tecnica”. Ha impedito che la cosca facesse affari immobiliari sul proprio territorio. Più che critiche dovrebbe aver elogi. Ma il circo mediatico funziona così. Bisogna farsene una ragione.

Mario De Michele

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