Le indagini delle forze dell’ordine hanno permesso di smascherare ben 60 frodi bancarie, avvenute tramite la «tecnica» dello smishing, per un danno complessivo pari a 62.057,00 euro. Cinque i decreti di perquisizione emessi per lo stesso numero di persone, due gli arresti domiciliari predisposti e un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 37.080,00 euro. Ma cos’è lo smishing? La parola deriva dall’unione di «sms», ovvero i messaggi di testo che si inviano tramite cellulare, e «phishing», cioè truffa. Quando i cybercriminali fanno phishing, inviano e-mail fraudolente che cercano di ingannare il destinatario inducendolo a far aprire un allegato pieno di malware o ad aprire un link dannoso. Lo steso avviene per lo smishing, che semplicemente usa gli sms al posto delle e-mail. Le indagini sono iniziate quando un cliente di un istituto bancario ha esporto denuncia per aver subito una frode informatica, con il prelievo fraudolento del denaro contante presso sportelli Atm. La polizia postale e il commissariato di Torre del Greco hanno compreso che il caso non fosse isolato e dopo ulteriori indagini, insieme al centro nazionale anticrimine Informatico per la Protezione delle infrastrutture critiche, hanno individuato diverse vittime sul territorio nazionale oltre a ricostruire le raffinate tecniche di frode poste in essere da cinque indiziati, attraverso artifizi e raggiri volti proprio a carpire i dati d’accesso alle App di homebanking per accedere e sottrarre il credito giacente con la nota tecnica dello «smishing mediante alias», o meglio l’invio di sms contenenti link o malware (programma, documento o messaggio di posta elettronica ndr.) pericolosi ed ingannevoli.

I cinque soggetti riuscivano a procurarsi liste di numeri telefonici di ignari destinatari della frode online per poi inviare agli stessi sms e far seguire una telefonata di falsi operatori bancari, con chiamate provenienti apparentemente dal numero verde e/o Servizi Bancari. Gli sms contenevano avvisi di accesso anomalo e l’invito a collegarsi velocemente, per poter risolvere la problematica, attraverso una semplice digitazione di un falso link presente nel testo del messaggio, che poi reindirizzava la vittima ad una falsa pagina appositamente creata, del tutto identica a quella dell’istituto bancario, per carpire le credenziali di accesso al conto, come accertato dai tecnici della Polizia delle Comunicazioni. La frode si concludeva con i prelevamenti delle somme fraudolente presso gli Atm abilitati all’incasso con modalità cardless. La polizia di Stato ha dato esecuzione a cinque decreti di perquisizione nei confronti di altrettante persone residenti nel territorio della Campania; inoltre, nei confronti di due indiziati è stata eseguita anche un’ordinanza di applicazione delle misure cautelari degli arresti domiciliari, dell’obbligo di presentazione alla Procura Generale e del sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 37.080,00 euro.

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