E menomale che l’assessore alle Politiche sociali Eugenia Oliva (Pd) in persona ci ha assicurato che il sindaco Vincenzo Gaudino (Pd) aveva già provveduto a incaricare gli uffici preposti di predisporre gli atti per “liberare” Orta di Atella dalla cooperativa Eco, considerata dalla Dda di Napoli in odore di camorra. Sono trascorsi 10 giorni da quella telefonata con il componente della giunta ma nulla si è mosso. La Eco è ancora convenzionata con il Comune atellano per la gestione del servizio civile. Evidentemente primo cittadino e assessori sono andati in ferie. Torneranno puntualmente a fine mese per intascare lo stipendio. Intanto permangono ombre e sospetti sulla selezione di 20 giovani per l’espletamento del servizio 8foto in basso). Tra i prescelti figurano i nomi di Antonella Cicatiello, candidata alle ultime comunali nella lista Democratici e Riformisti, e di Sara Origine, componente di Officina Femminista, presieduta dalla moglie di Luigi Mozzillo, capogruppo consiliare di Città Visibile (i più puri dei puri). Il vicepresidente di Officina Femminista è l’assessore Marilena Belardo, anche lei di Città Visibile, tristemente nota per le losche vicende legate alla sua abitazione abusiva.
Tra i fortunati vincitori ci sono ben due persone legate direttamente o indirettamente alla società di pallamano Atellana Handball: Giuseppe Cirillo, figlio di Lello, storico dirigente della squadra, e Giuseppe Balasco, portiere dell’Atellana Handball. Uno dei dirigenti della società è Giovanni Moccia, consigliere comunale di Città Visibile. Si fa notare anche il nome di Brigida Crispino, moglie di Daniele Pellino, sfegatato tifoso social di Gaudino. La dominus della coop Eco è Sofia Flauto, coinvolta nell’inchiesta sui legami tra il clan dei Casalesi e il Terzo settore. Flauto è accusata di concussione, turbativa d’asta, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e per 416 bis primo comma, che prevede “l’aumento di pena quando la condotta tipica sia consumata al fine di agevolare le associazioni mafiose, abbia natura oggettiva concernendo le modalità dell’azione, ovvero abbia natura soggettiva concernendo la direzione della volontà”. Secondo i pm della Dda Simona Belluccio, Vincenzo Ranieri e Antonello Ardituro, coordinati dal procuratore aggiunto Rosa Volpe, i reati si sono consumati negli appalti vinti in Comuni casertani e napoletani. Ma come funziona il servizio civile? I “volontari” vengono pagati dal ministero dell’Interno. Le cooperative devono trasmettere al Viminale diverse dichiarazioni, tra cui quella relativa all’assenza di procedimenti penali in corso o di sentenze passate in giudicato. La Eco cosa ha dichiarato al ministero dell’Interno? Alle Prefetture spetta il compito di emettere il decreto di interdittiva nei confronti delle coop nei casi di legami con i clan. La Prefettura di Caserta è a conoscenza del fatto che una delle coop di Sofia Flauto, indagata per camorra, svolge servizio a Orta di Atella? Per quanto riguarda l’amministrazione di Orta di Atella si pone un problema grosso come una casa (abusiva, se è quella dell’assessore Belardo): sta pagando con soldi del ministero dell’Interno la coop Eco di Flauto, che ha un carico pendente per reati di camorra. Per legge il Comune è tenuto a comunicarlo al Viminale perché la gestione del servizio civile è affidato a un ente terzo, cioè la Eco. Il legalitario sindaco Gaudino ha comunicato al ministero dell’Interno che Flauto, padrona della Eco, è sotto inchiesta per concussione, turbativa d’asta, corruzione e per 416 bis primo comma? Chissà. Finora l’unica certezza è che, stando alle accuse dell’Antimafia di Napoli, la cooperativa di una persona intrecciata a doppio filo al clan dei Casalesi ha gestito e continua a farlo il servizio civile ad Orta di Atella. La conferma arriva dall’Albo pretorio online (foto in basso). Della revoca alla Eco, annunciata dall’assessore Oliva, non c’è traccia. Ed è una vergogna.
Mario De Michele
(continua…)