È paffuto, in netta ripresa e pronto ad affrontare ulteriori terapie il bimbo di sei mesi salvato da una videochat multipla e quattro specialisti in connessione whatsapp. Protagonista assoluto, oltre ai medici, è appunto il cellulare e le sue tecnologie avanzate. La storia è quella di Sandro (nome di fantasia), venuto al mondo con due patologie congenite (sindrome di Ondine) che interessano l’apparato respiratorio e l’intestino. Abita a Ischia, dove risiedono i genitori e da dove, appena nato, viene predisposto l’immediato trasferimento al Santobono in eliambulanza per essere sottoposto a diversi trattamenti chirurgici ” transitori”. Significa che lì, nel polo pediatrico, sarà trattato prima di programmare le correzioni successive che gli permetteranno di avere una vitanormale. La prima tappa va a buon fine e consente a Mario di rientrare nell’isola. Tutto sembra filare per il verso giusto, poi, quindici giorni fa l’imprevisto: il bimbo manifesta un improvviso ” prolasso dell’intestino”, un’emergenza chirurgica da correggere in brevissimo tempo, pena una sofferenza irreversibile che avrebbe potuto mettere a repentaglio la stessa vita del bimbo. Ovviamente si tratta di terapia da praticare in ambiente idoneo dove lavorano specialisti dedicati a pazienti pediatrici. In questo caso però, c’è da affrontare un altro trasferimento in elicottero, con un protocollo che comunque richiede i cosiddetti tempi tecnici. Meglio non correre rischi. Una breve consultazione telefonica tra i medici dell’isola e i colleghi napoletani e scatta una joint- venture organizzata dal primario della chirurgia pediatrica del Santobono Giovanni Gaglione che da Pescocostanzo (Abruzzo) dove consuma le ferie, coinvolge l’anestesista Anna Dolcini nella sua residenza di Napoli e due altri specialisti ( chirurgo generale e anestesista per adulti) del Rizzoli.Assumendosi la responsabilità del caso, Gaglione coordina la videochiamata.
“Avevo rassicurato i colleghi, proponendo di guidarli passo passo per procedere alla ” riduzione” del prolasso: quella porzione di intestino fuoriuscita già appariva di colorito cianotico e andava riposizionata al più presto. Sullo schermo del mio cellulare – racconta il primario – c’era il corpicino del bambino”. Già sedato, su indicazione dell’anestesista napoletana, Mario ha dunque il trattamento corretto. ” L’intervento, di fatto, aggiunge Gaglione – è sovrapponibile a quello che si effettua per un’ernia strozzata. Con la differenza che in questo caso nelle mani di chi opera c’è un viscere che sanguina. I colleghi, comunque di estrazione chirurgica d’urgenza anche se non pediatrica, sono stati bravi e, oltretutto, hanno dimostrato coraggio e sangue freddo nell’affrontare una condizione inedita in circostanze ambientali imprevedibili ” . La procedura seguita ricalca quella della telemedicina, stavolta applicata alla chirurgia. Una situazione analoga vede, fortunatamente di rado, impegnati i medici a bordo di navi in navigazione nell’oceano quando devono operare sotto la guida di chirurgi collegati on line a migliaia di chilometri di distanza.