Quando è troppo è troppo. Il rapporto tra l’amministrazione comunale di Cesa e la cooperativa sociale onlus Eco è morboso. E cammina sul filo dell’illegalità “sistematica”. Nel 2020 la coop si aggiudica un appalto di circa 25mila euro per la gestione del centro estivo con un affidamento diretto conferito sulla scorta di una proposta della Eco giunta all’ultimo secondo. Inciso: non è che lo si fa apposta ad arrivare sempre in zona Cesarini? Nel caso del centro estivo il responsabile Affari generale Generoso Marrandino si limita ad accogliere la richiesta della cooperativa senza effettuare nemmeno un’indagine di mercato per poter premiare l’offerta economica più vantaggiosa per l’ente. Come direbbe Marx “la Storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa”. A Cesa la farsa va in scena il 3 agosto 2021. Giusto un anno dopo il pastrocchio centro estivo. La giunta capeggiata dal sindaco del Pd Enzo Guida adotta la delibera n. 176 (link in basso). Oggetto: “Adesione al progetto Ragazzi Sgarrupati promosso dalla società cooperativa Eco Onlus”. Ancora una volta la maggioranza di centrosinistra non ha dubbi: punta sempre e comunque sulla Eco. E affida la cura del progetto alla coop ormai di casa a Cesa. Il “metodo” è sempre lo stesso: “Vista la richiesta – si legge nel provvedimento dell’esecutivo – della società cooperativa Eco Onlus di aderire in qualità di stakeholder alla proposta progettuale “Ragazzi Sgarrupati”, nell’ambito dell’Avviso n.1/2021 Manifestazione di interesse “Insieme – per ricostruire percorsi sociali”, la giunta delibera di approvare la richiesta promossa dalla società cooperativa Eco Onlus”.
Come nel caso dell’affidamento centro estivo anche stavolta gli atti amministrativi sono infarciti di illegittimità. Anzi si è fatto di peggio calpestando la normativa vigente sui bandi ministeriali. Per legge la giunta doveva limitarsi a incaricare l’ufficio alle Politiche sociali di compiere tutti gli atti necessari per partecipare alla manifestazione di interessi del ministero. L’ufficio avrebbe dovuto pubblicare un avviso aperto per avere un ventaglio di offerte più ampio dal quale scegliere quello più vantaggioso per l’ente oppure poteva conferire l’incarico con l’adozione di una determina. Giammai con una delibera di giunta. A Cesa, divenuto un Comune a statuto speciale, il sindaco Guida e gli assessori Giusy Guarino, Francesca D’Agostino, Cesario Villano e Alfonso Marrandino invece hanno affidato direttamente l’incarico alla Eco tramite atto deliberativo dell’esecutivo. La violazione della legge è grande come una casa. Infatti la giunta ha invaso il campo gestionale che attiene agli uffici preposti. Il progetto “incriminato” prevede un finanziamento ministeriale fino a 350mila euro. Fondi che andranno nelle casse della coop Eco. Un altro affarone per la cooperativa “figlia” di Sofia Flauto (nel dicembre 2020 si è dimessa da presidente del Cda), indagata per reati di camorra nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Napoli che vede sotto accusa ben 20 persone, tra colletti bianchi ed esponenti di spicco della cosca. Secondo i pm Antonello Ardituro, Simona Belluccio e Vincenzo Ranieri, coordinati dal procuratore aggiunto Rosa Volpe, l’associazione a delinquere ha creato un vero e proprio “sistema” per il “controllo delle attività economiche anche attraverso la gestione monopolistica del Terzo settore finalizzato all’acquisizione di appalti e servizi pubblici in particolare sul territorio delle province di Caserta e Napoli”. Tra i principali attori degli affari illeciti spicca il nome di Sofia Flauto, nata a Napoli e residente ad Aversa, ex moglie di Luigi Lagravanese di San Cipriano d’Aversa, anche lui coinvolto nell’indagine della Dda. A capo della Eco, dopo l’addio(?) della Flauto, subentra Valeria Nigido, figlia di Maria Elena Cortese, responsabile del servizio civile presso Palazzo Santa Lucia. Guarda caso la “Eco” gestisce il servizio civile in molti comuni campani, tra cui Orta di Atella. Sofia Flauto è accusata di concussione, turbativa d’asta, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e per 416 bis primo comma, che prevede “l’aumento di pena quando la condotta tipica sia consumata al fine di agevolare le associazioni mafiose, abbia natura oggettiva concernendo le modalità dell’azione, ovvero abbia natura soggettiva concernendo la direzione della volontà”. La coop Eco, creatura della Flauto ha messo le tende a Cesa grazie alla gentile “disponibilità” del sindaco Enzo Guida e della sua maggioranza. Ha infatti ottenuto l’affidamento diretto, con procedure sospette, di due progetti nel giro di un anno. Complimenti al primo cittadino, agli assessori e ai consiglieri di centrosinistra. Andate avanti così. Presto vi troverete ristretti in stanze anguste.
Mario De Michele