In seguito ai casi di intossicazione da mandragora, confusa con il banale spinacio fresco, il Comune di Napoli invita i cittadini a «non consumare spinaci freschi ma solo surgelati fino a definizione della questione». Il Caan, Centro agro alimentare di Napoli ha già attivato le procedure di ritiro dal mercato del prodotto. È molto simile agli spinaci, alle biete, ma i suoi effetti sono tutt’altro che salutari. Le leggende, sulla mandragora, non mancano di certo. C’è che le conferisce proprietà allucinogene, chi poteri sedativi e chi, ancora, poteri afrodisiaci. Nel Napoletano, però, a Pozzuoli, gli effetti sono stati tutti negativi: 10 le persone intossicate e una è addirittura in prognosi riservata. Forse, per sbaglio, la mandragora è finita al centro di verdure, vendute sfuse, come gli spinaci e gli ignari cittadini l’hanno mangiata. Fatto sta che ora ci sono delle indagini dei carabinieri in corso e dalle prime ricostruzioni i rischi potrebbero raggiungere anche altre aree rispetto a quella di Pozzuoli. Alcuni lotti, infatti, sono stati commercializzati da società di Forio d’Ischia, Aversa, Volla, San Valentino Torio ma anche di Avezzano. Le Asl territorialmente competenti hanno sottoposto l’alimento a blocco ufficiale per effettuare campionamenti e analisi. Ma non è escluso che possa essere stata già venduta. I malcapitati intossicati appartengono a tre famiglie e sono ricoverate all’ospedale di Pozzuoli. Allucinazioni ma anche problemi gastrointestinali sono i sintomi rilevati. Il sindaco di Pozzuoli, Gigi Manzoni, invita alla prudenza: «In attesa dei relativi chiarimenti si raccomanda di evitare di acquistare e consumare verdure simili sfuse (spinaci, biete etc.)». E intanto si sta percorrendo la filiera di distribuzione per rintracciare i lotti verosimilmente a rischio mandragora mentre i carabinieri, già nelle ore immediatamente successive all’accaduto hanno ritirato le verdure sfuse a scopo precauzionale da alcuni fruttivendoli e market alimentari di Pozzuoli e Quarto, in provincia di Napoli. Da Harry Potter a Machiavelli, la mandragora è sempre stata accompagnata da leggende e misteri. Tutte le sue parti, sono potenzialmente pericolose per la presenza di sostanze dalle proprietà allucinogene. «Le proprietà farmacologiche della pianta – scrivono gli autori del capitolo dedicato alla pianta nel libro Neuropathology of Drug Addictions and Substance Misuse – erano note fin dall’antichità.
Tutte le sue parti sono velenose e contengono alcaloidi come scopolamina, atropine e ioscina. La pianta era usata a scopo lenitivo, analgesico, anestetico e afrodisiaco, ma anche per le proprietà allucinogene. I sintomi vanno da nausea, vomito, problemi intestinali, secchezza delle fauci e difficoltà a urinare per intossicazioni leggere fino appunto ad allucinazioni, delirio e tachicardia, anche se sono riportati anche casi di morte per sospetto avvelenamento». Nella letteratura non scientifica, c’è spazio anche per le streghe, che a quanto pare la mandragora la utilizzavano eccome, e per le leggende. La principale è probabilmente quella che afferma che una volta strappata dal terreno la mandragora emette un urlo capace di rendere pazzo chi lo ascolta; leggenda che è finita dritta anche in una scena di un film della serie Harry Potter. Il Caan, in qualità di Ente gestore del principale mercato agroalimentare all’ingrosso del Sud Italia, rende noto che in merito all’allarme mandragora «sta supportando le Autorità preposte al fine di consentire l’immediata identificazione della partita di merce risultata contaminata e la sua provenienza». «Siamo tuttora a disposizione, come sempre fatto, degli inquirenti e delle Autorità sanitarie per fornire ogni tipo di collaborazione atta a tutelare la salute dei consumatori», spiegano i componenti del consiglio di amministrazione del centro agro alimentare di Napoli. Le indagini immediatamente avviate da Asl e carabinieri stanno consentendo di individuare tutti i grossisti e rivenditori che hanno acquistato la merce, in modo da ritirarla dalla vendita a scopo precauzionale.