Solo due ministri campani, anzi napoletani, nel nuovo Governo presentato ieri da Giorgia Meloni. Sangiuliano e Piantedosi, tuttavia, ricoprono ruoli di primissimo piano, uno alla Cultura e l’altro all’Interno. Dal Pansini a ministro della Cultura: è il percorso del 60enne Genny Sangiuliano. Da giovanissimo iscritto Fronte della Gioventù, la formazione giovanile legata al Msi e molto vicina alla destra fascista, Sangiuliano è laureato in Giurisprudenza alla Federico II. La sua attività politica lo ha portato fin da giovanissimo a essere eletto consigliere circoscrizionale del Msi a Soccavo. Contemporanea la passione per il giornalisimo lo porta dall’Indipendente al Roma fino alla guida della redazione romana e poi vicedirettore di Libero durante la direzione di Vittorio Feltri. Già alle elezioni politiche del 2001 Sangiuliano è stato candidato alla Camera nella lista Casa delle Libertà nel collegio Chiaia-Vomero-Posillipo senza essere eletto. Da quel momento si dedica al giornalismo entrando in Rai nel 2003 dove diventa caporedattore, quindi vicedirettore del TG1 con Augusto Minzolini e, nel 2018, diventa direttore del TG2, carica che mantiene fino all’attuale nomina a ministro della Cultura da parte di Giorgia Meloni. Va invece all’Interno, Matteo Piantedosi. 59 anni, padre di due figlie, napoletano ha svolto tutta la sua carriera tra Prefetture e Viminale, dove nel 2012 è diventato vice capo di Gabinetto del ministro dell’Interno, poi Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza per l’attività di Coordinamento e Pianificazione delle Forze di Polizia, quindi, nel 2020, Prefetto di Roma e oggi ministro dell’Interno.