Un rapporto ormai “irreparabile”. Così Stefano Caldoro, già presidente della Regione Campania e ministro nel terzo Governo Berlusconi, avrebbe spiegato ai suoi le ragioni della rottura con il partito che per anni ha ospitato la sua componente socialista. Caldoro, che nei giorni scorsi ha più volte sottolineato “l’enorme problema politico” rappresentato dall’assenza del Sud nelle scelte di Forza Italia sui ministri e i capigruppo, insieme al consigliere regionale Massimo Grimaldi lascerà il gruppo di Forza Italia, un addio che sarà formalizzato prossimamente e che, tra gli effetti collaterali, comporterà la scomparsa del gruppo consiliare di Forza Italia dal Consiglio regionale della Campania, al quale rimarrebbe un solo consigliere (Franco Cascone che sostituisce Annarita Patriarca neo eletta in Parlamento). Nessuna scissione “o mini scissione”, ha tenuto a precisare Caldoro, prendendo le distanze da ricostruzioni “da gioco del Monopoli” o da chi vorrebbe ridurre la questione in un “chi entra e chi esce”. La questione posta è il “problema politico enorme” rappresentato dall’assenza di esponenti meridionali del partito nelle principali cariche, i 5 ministri e i due capigruppo in Parlamento. Anche quando i nomi di Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo sono stati depennati dalla rosa dei papabili ministri, i sostituti sono stati individuati in due eletti in Piemonte, Gilberto Pichetto Fratin e Paolo Zangrillo. Una scelta “sbagliata”, secondo l’ex ministro e governatore campano, se si considera che la Campania e altre regioni del Sud sono i collegi dove Forza Italia ha preso il maggior numero dei voti. Ed è una scelta che stona rispetto a quelle fatte da Fratelli d’Italia e dal neo presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, ha fatto notare Caldoro ai suoi, “hanno coperto il Sud” con personalità come Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, Nello Musumeci e Raffaele Fitto, che Caldoro ha indicato come “la persona più capace per assumere la delega alle politiche di coesione”. A tutto questo è andata ad aggiungersi anche la mancata nomina a sottosegretario di Massimo Grimaldi, eletto in Consiglio regionale quattro volte consecutive con oltre 50mila preferenze, al quale è stato preferito Tullio Ferrante, considerato vicino a Marta Fascina, compagna di Silvio Berlusconi. Secondo quanto raccontato dallo stesso Grimaldi, il suo nome era in testa nella rosa dei possibili sottosegretari, rosa nella quale Ferrante non era stato inserito. Poi la scelta finale, con Ferrante sottosegretario alle Infrastrutture e Grimaldi fuori dai giochi. E se da un lato non viene attribuita alcuna responsabilità al coordinamento regionale di Forza Italia in Campania, guidato da Fulvio Martusciello, la rottura con il livello nazionale del partito è ormai insanabile. Caldoro e Grimaldi lasceranno a breve il gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale della Campania e, assicura chi è a loro vicino, analoghe situazioni “di agitazione” si potrebbero verificare prossimamente anche in altre regioni.