Si sono rotti le scatole di andare in assise per alzare la mano a comando di Gianfranco Piccirillo. E hanno deciso di cambiare registro perché finora non hanno contato nulla. I consiglieri dei Democratici e Riformisti Luca Mozzillo e Francesco Tessitore hanno preso le distanze dall’ormai ex leader locale del Pd. Lo hanno detto a chiare lettere al sindaco Vincenzo Gaudino. Se vuoi il nostro appoggio devi far riferimento a noi e non a Piccirillo, questo in estrema sintesi il concetto espresso al primo cittadino da Mozzillo e Tessitore. Che, hanno aggiunto, solo per rispetto nei confronti di Gennaro Oliviero non hanno costituito un gruppo consiliare autonomo. La lista Democratici e Riformisti è emanazione del presidente del consiglio regionale. Col timoniere del parlamentino campano Tessitore e Mozzillo intrattengono ottimi rapporti. Non avrebbero mai fatto lo sgarro di indebolire il raggruppamento sponsorizzato da Oliviero.
Ma hanno messo di fronte a un bivio il primo cittadino: o noi o Piccirillo. In effetti quest’ultimo ha fatto il bello (poco) e il cattivo (molto) tempo piazzando in giunta Eugenia Oliva, che diligentemente si è buttata nelle sue braccia (i risultati disastrosi si vedono), e a quanto pare avrebbe indicato il nuovo presidente della società Acquedotti, l’arzillo 79enne di Caivano Antonio De Rosa. Insomma Piccirillo, che può contare solo sul sostegno del consigliere Annalisa Cinquegrana, sua cognata, ha come sempre strabordato assumendo un potere predominante tra i Dem e Riformisti. Da quanto si apprende anche al capogruppo Antonino Santillo, cugino di Piccirillo, lo strapotere del parente sarebbe diventato indigesto. Rispetto a Mozzillo e Tessitore però Santillo sarebbe poco propenso a sostenere Gaudino perché l’amministrazione di centrosinistra ha fallito su tutti i fronti, come lui stesso ha sottolineato nell’ultimo civico consesso leggendo un documento dei Dem e Riformisti. Nella maggioranza gli esponenti di Città Invisibile, Enzo Tosti e Marilena Belardo, fanno finta di nulla e per attaccamento alle poltrone hanno sposato il motto napoletano “Attacca ‘o ciuccio addò vo’ ‘o padrone”. Nello specifico il padrone è Gaudino che assomiglia sempre più all’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, denominato il “Marziano” perché totalmente scollato dalle istanze del territorio. Se nella maggioranza la situazione è molto fluida sul fronte della minoranza c’è coesione e unità d’intenti. I due schieramenti, Movimento per Orta e il raggruppamento che ha appoggiato alle comunali Gianfranco Arena, non si spostano di un millimetro dalla posizione di netta opposizione a quel che resta del centrosinistra. I seguaci dell’ex senatore Fabio Di Micco non hanno minimamente cambiato idea sul sindaco: è inaffidabile, ondivago e non all’altezza sul piano politico-amministrativo. Ancora più tranciante il giudizio del raggruppamento che ha perso le elezioni: Gaudino è stato un fallimento totale, l’unica alternativa è il ritorno al voto per dare al Comune di Orta di Atella un’amministrazione in grado di governare. Ma con la novità rappresentata dalla posizione di Luca Mozzillo e Francesco Tessitore e l’isolamento di Gianfranco Piccirillo il sindaco Gaudino potrebbe uscire dalla palude di una crisi che dura da un anno con il rimpasto in giunta. Il duo Mozzillo-Tessitore vorrebbe puntare su Mario Vozza, anche lui in rotta con Piccirillo, per sostituire l’inconsistente assessore Saturnino Di Benedetto. Farebbe le valigie anche l’assessore Eugenia Oliva. E così i cittadini potranno tirare un sospiro di sollievo. I due componenti “stranieri” dell’esecutivo c’erano ma è come se non ci fossero. Quando torneranno a casa nessuno se ne accorgerà. E chiunque subentrerà farà di sicuro meglio di loro. Risalire da zero non sarà difficile.
Mario De Michele