di Mario De Michele
Pietra tombale. La fine che spalanca le porte a nuovo inizio. L’abbattimento del bunker di Michele Zagaria a Casapesenna ha un valore simbolico di portata epocale. Resterà nella storia della lotta ai Casalesi. Sarà ricordato con il circoletto rosso nei libri. Un colpo al cuore del super boss “Capastorta”. Il suo rifugio in via Mascagni, covo dove ha trascorso gran parte del tempo della sua latitanza di oltre 14 anni, sarà un cumulo di macerie. Quelle macerie disseminate dal clan Zagaria nell’Agro Aversano e in tutt’Italia a suon di omicidi, estorsioni, minacce, terrore. Il “game over” sulla cosca più potente dei Casalesi apparirà al termine dei lavori di tombamento effettuato dai vigili del fuoco. La complessa operazione è prevista nei primi 15 giorni di febbraio. Un’altra data epocale, da sottolineare nel calendario della storia, è quella di oggi 31 gennaio 2023. Il Comune di Casapesenna ha disposto la demolizione dell’immobile (l’atto sarà presto pubblicato sull’albo pretorio) . La quadratura del cerchio per il sindaco Marcello De Rosa. Dal suo insediamento, circa otto anni fa, ha collocato al primo posto della sua agenda politico-amministrativa la lotta alla camorra, il ripristino della legalità. Qualcuno lo considerava un marziano: “Ma si rende conto? Non è possibile sconfiggere i clan!”.
Altri, con la viltà degli ipocriti, lo hanno attaccato perché alieno dal mondo dei professionisti dell’antimafia. Una macchina del fango indecente. Il ventilatore della verità ha rigettato lo sterco sulle facce degli avvelenatori dei pozzi. Quei finti paladini della legalità che per coprire le proprie nefandezze hanno cercato in tutti i modi di distruggere l’immagine di De Rosa. L’unica vera guerra dei sepolcri imbiancati è stata condotta contro il primo cittadino di Casapesenna. Nessun cenno al padrino Zagaria. Nessuna battaglia vera, non a slogan, contro la camorra. Marcello De Rosa si è già presa da tempo la sua rivincita. L’inchiesta della Dda di Napoli a suo carico si è conclusa con l’archiviazione tappando la bocca di tutti i suoi detrattori. Il tempo è galantuomo. Ominicchi e quaquaraquà no. Invece di abbattere i camorristi, volevano abbattere De Rosa per rimettere le grinfie sul Comune. Oggi 31 gennaio 2023 è una data storica anche per il sindaco di Casapesenna. L’ordinanza di demolizione emessa dall’Utc è la fotografia del radicale cambio di rotta impresso dal primo cittadino: l’amministrazione comunale è con lo Stato e contro la criminalità organizzata. In passato non è stato così. A Casapesenna ci sarà un prima Marcello De Rosa e un dopo Marcello De Rosa. Il fortino di Michele Zagaria è stato espugnato grazie all’azione di sindaco e amministratori locali. La città non è più la roccaforte del clan. La legalità è stata ripristinata. Tutte le altre istituzioni (Governo, Prefettura, Regione) hanno fatto la propria parte. Ora guai ad abbandonare il sindaco De Rosa. Potrebbe diventare un bersaglio mobile. A rischio. Lo Stato c’è. Ma ci dovrà essere anche e soprattutto all’indomani della demolizione del bunker di “Capastorta”. Quando le polveri si saranno posate sul terreno-covo del super boss il clamore di questi giorni non dovrà essere soppiantato dal silenzio. Il sindaco di Casapesenna non dovrà essere lasciato solo. Sarebbe una sconfitta dello Stato. Di tutti.