Il piano pandemico quando scattò l’allerta Covid era «datato» e costruito «su un virus influenzale». Sono alcune delle dichiarazioni dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza, sentito dai pm di Bergamo in un’audizione nel gennaio 2021. «La bussola l’abbiamo sempre avuta e ci portava a difendere innanzitutto la salute delle persone (…) ciò che ci mancava era il manuale di istruzione su come fronteggiare un virus sconosciuto», ha spiegato Speranza, chiarendo che l’attuazione del piano «è compito del direttore generale» della Prevenzione del Ministero (Claudio D’Amario, pure lui indagato). Intanto una lettera di «pieno sostegno» e «vicinanza umana» al presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro è stata sottoscritta da tutti i 37 direttori delle strutture tecniche scientifiche dell’Istituto in seguito all’indagine che lo ha coinvolto sulla gestione del Covid. «A diversi livelli, abbiamo vissuto con te le fasi complicatissime e convulse di quel periodo e siamo stati testimoni dell’instancabile impegno che hai profuso a tutela della salute pubblica e del ‘sistema paesè, consentendo al nostro Istituto di interpretare un ruolo tecnico di alto profilo scientifico ed istituzionale e di grande equilibrio»., si legge nel documento. «Questa pandemia sembra non finire mai – ha risposto il presidente nel ringraziare con un altro messaggio i direttori dell’Istituto – riproponendosi in sempre nuove dimensioni. Il lavoro e gli sforzi fatti insieme al servizio del nostro Paese sono stati straordinari e credo che tutti dobbiamo esserne orgogliosi».

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