Aggressione nel carcere di Santa Maria Capua Vetere dove un detenuto del reparto Nilo (reparto già noto alle cronache per i fatti accaduti durante le rivolte) ha aggredito un poliziotto penitenziario prendendolo a pugni e provocandogli una lacerazione per la quale il poliziotto ha subito una decina di punti di sutura alla testa. Lo rende noto il segretario regionale Asppe Campania, sigla confederata Consipe, Luigi Castaldo secondo il quale «purtroppo le aggressioni sono all’ordine del giorno e l’immagine del Corpo di Polizia Penitenziaria da questo punto di vista è sempre più oggetto di attacchi pur seguendo le indicazioni trattamentali di un Paese civile e rispettoso delle regole. Oggi – continua – il poliziotto penitenziario è preso di mira ed è capro espiatorio di un sistema penitenziario imploso ed al collasso, sia per la mancanza di personale di Polizia Penitenziaria, sia per la mancanza di figure professionali (psichiatri ed educatori) che di risorse strumentali idonee». Per Castaldo «reprimere senza dare alternative crea solo tanta violenza e disagio che ricade sugli umili servitori dello Stato in uniforme blu che pur dimostrando tanta umanità e deontologia come appartenenti ad un decoroso e dignitoso Corpo dello Stato, come quello della Polizia Penitenziaria, sono continuamente e ripetutamente vittime di violenti aggressioni come quella di oggi». Per il segretario generale Asppe confederata Consipe Claudio Marcangeli, «il Governo deve intervenire con urgenza a ripristinare i ruoli e ridare il meritato e dovuto prestigio ad un Corpo dello Stato messo in ginocchio dai tanti tagli, mancano 10.000 poliziotti penitenziari all’appello».