Sono ore di incessante lavoro per gli inquirenti ad una settimana dal ritrovamento del cadavere del 33enne bengalese in via Capitolo San Matteo. Gli agenti della Squadra mobile di Salerno potrebbero aver stretto il cerchio intorno ad un sospettato, un amico della vittima. Nelle scorse ore, infatti, è stato interrogato un uomo. A quanto pare un connazionale della vittima che abita poco distante al luogo in cui è stato ritrovato il cadavere. Al momento il lavoro dei poliziotti, coordinati dalla locale procura, prosegue nel massimo riserbo: erano giorni che gli investigatori stavano scandagliando il passato dello straniero ucciso, compreso la rete di conoscenze che aveva nella nostra città e non solo. Le ricerche si sono estese anche nei comuni limitrofi. E molte sono state le persone sentite (in particolare tra le comunità straniere presenti in città), ma evidentemente l’attenzione di procura e polizia si è soffermata su una posizione che, forse, potrebbe essere apparsa sospetta. Per ora non trapela nulla, anche per non compromettere le indagini che potrebbero essere ad una svolta e portare all’individuazione del responsabile dell’omicidio. O a più responsabili. Nelle mani degli inquirenti potrebbero esserci già i primi risultati dei rilievi della polizia Scientifica, intervenuta sul posto insieme ai colleghi della Mobile, che per giorni sono stati sul luogo del delitto alla ricerca di eventuali impronte o tracce che possano collegarsi all’azione omicidiaria. Anche i vestiti indossati dalla vittima potrebbero dare risposte alle molteplici domande degli inquirenti: gli abiti intrisi di sangue avrebbero potuto catturare qualche elemento estraneo alla vittima e che può essere collegato ad altri. Un delitto d’impeto, a quanto pare, e non premeditato, probabilmente scaturito da una lite degenerata per dirimere questioni legate a piccoli screzi nati in strada, piuttosto che all’inserimento della vittima in ambiti criminali (l’identificazione attraverso i database del cingalese ucciso ha chiarito che l’uomo non aveva precedenti e, nei giorni scorsi, è stata interessata anche l’ambasciata per confermare l’identità). E proprio l’assenza di premeditazione potrebbe rappresentare un punto a favore degli investigatori in quanto l’omicida avrebbe potuto commettere qualche passo falso e lasciare qualche eventuale indizio utile al prosieguo delle indagini. Ad uccidere lo straniero sarebbe stato un taglio netto alla gola, inferto con forza, è quanto sarebbe emerso dai primi risultati dell’autopsia. Esame autoptico che ha anche evidenziato come sul corpo della vittima non ci siano altri segni di colluttazione. Circostanza che farebbe presupporre la massima tranquillità, da parte della vittima, nell’incontrare la persona che, poi, si è trasformata nell’assassino. Non è escluso che sia recato all’appuntamento senza aver alcun sospetto sebbene il luogo dell’incontro era una zona periferica, lontana da occhi indiscreti: il tratto di strada, dove è stato trovato il cadavere e dove – come sono quasi certi gli inquirenti – l’uomo è stato ucciso, è chiuso al traffico veicolare e le pochissime telecamere di videosorveglianza presenti sono da tempo in disuso proprio per la poca frequentazione di una via che collega la zona industriale di Salerno alla litoranea. Nonostante la situazione alquanto nebulosa, gli interrogatori dei giorni scorsi e, in particolare, quello delle ultime ore potrebbero aver fornito elementi utili a chiarire la vicenda e dare un’identità all’omicida del cittadino straniero e a chiunque abbia potuto aiutarlo.

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