Nuove, violente scosse di assestamento hanno fatto seguito al terremoto di magnitudo 8,6 che ha investito l’isola di Sumatra, in Indonesia, e in particolare la provincia di Aceh. Lo hanno reso noto sia l’Agenzia Geofisica indonesiana sia il Centro di Controllo Sismologico Usa, secondo cui tra i movimenti tellurici successivi se n’e’ registrato almeno uno d’intensita’ compresa tra gli 8,6 e gli 8,8 gradi sulla scala aperta Richter, e poi ancora un altro di 8,2 gradi. Le autorita’ di Giacarta hanno cosi’ diramato un nuovo allarme tsunami.

Frattanto sull’isola di Simeulue, situata a sud di Aceh in prossimita’ dell’epicentro del terremoto, l’acqua del mare si e’ ritirata di una decina di metri: si tratta di uno dei tipici segnali che preannunciano l’arrivo di un’onda anomala. E’ stata ordinata l’evacuazione delle aree costiere della Thailandia, dove si trovano molte mete del turismo internazionale. Il Centro nazionale thailandese per la prevenzione dei disastri naturali ha disposto l’evacuzzione delle zone costiere per sei province del sud: si tratta di Phuket, Krabi, Ranong, Phangnga, Trang e Satun. E’ stato chiuso l’aeroporto di Phuket, l’isola meta del turismo internazionale e una delle sei province meridionali per cui e’ stato dato l’ordine di evacuazione delle aree costiere. Allarme tsunami anche in Malaysia, dove e’ stata ordinata l’evacuazione delle aree costiere. L’India ha esteso l’allarme tsunami oltre agli Stati orientali dell’Andra Pradesh e del Tamil Nadu – dove e’ stato chiuso il porto di Chennai – a quelli del Kerala, a ovest, e dell’Orissa, a est. Si tratta di due Stati che nelle ultime settimane hanno dominato l’attenzione dei media italianI: nel Kerala sono infatti detenuti i due maro’ del San Marco accusati per la morte di due pescatori indiani, nell’Orissa si trova prigioniero Paolo Bosusco, rapito dai ribelli maosti. Potenzialmente ancora piu’ grave la situazione negli arcipelaghi delle Andamane e delle Nicobare, in pieno Oceano Indiano, dove e’ in vigore l’allerta rosso.

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