Patrick Zaki è libero: è stato rilasciato dopo la grazia concessa dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Uscito dall’edificio della Direzione di polizia di Nuova Mansura. Appena liberato, dopo aver stretto la mano a un uomo della sicurezza, Patrick Zaki ha abbracciato per vari secondi la madre Hala, poi la fidanzata Reny Iskander, la sorella Marise e il padre George. Nella Direzione di polizia di Nuova Mansura, Patrick Zaki non è stato rinchiuso una cella di sicurezza ma ha dormito in una stanza per gli ufficiali, ha riferito la madre del ragazzo. “Ora sono libero, penso a tornare in Italia il prima possibile, speriamo che avvenga presto”: lo ha detto Patrick Zaki ai giornalisti nei pressi della Direzione di polizia di Nuova Mansura subito dopo essere stato rilasciato. “Sto pensando a ritornare a Bologna, ad essere con i miei colleghi all’università”, ha detto ancora il neolaureato dell’Alma Mater. “Ora torno al Cairo”, ha detto ancora incalzato da domande. “Direttamente?”, gli è stato chiesto dall’ANSA (ossia senza passare per Mansura, dove la famiglia ha una casa): “Il Cairo”, si è limitato a rispondere Zaki. Ci sono una serie di incombenze anche di natura burocratica che Italia ed Egitto stanno affrontando per consentire la partenza per l’Italia di Patrick Zaki. Ciò – a quanto si apprende – potrebbe determinare un leggero ritardo, rispetto alle previsioni di ieri, nell’arrivo del ricercatore, che dovrebbe comunque avvenire entro questo fine settimana. Gli apparati competenti stanno lavorando per portare a termine l’iter nel più breve tempo possibile. “Nessun baratto, nessuna trattativa sottobanco. Il governo è stato in grado di far tornare in Italia un giovane ricercatore che rischiava di stare ancora un po’ di tempo in carcere. Noi siamo riusciti a ottenere questo risultato. Poi si può dire ciò che si vuole. Siamo persone serie, non facciamo baratti di questo tipo”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio 24 su un presunto baratto tra la liberazione di Patrick Zaki e il caso Regeni. Per quanto riguarda Regeni, ha aggiunto, “continueremo a chiedere che si faccia luce sulla vicenda come abbiamo sempre fatto, abbiamo messo sullo stesso piano le due questioni”. “L’uso da parte del presidente (egiziano Abdel Fattah) al-Sisi della sua autorità costituzionale per concedere la grazia presidenziale è un apprezzamento (…) personale per la profondità e la forza delle relazioni italo-egiziane, e la rapidità della grazia ne è la migliore prova, in particolare poiché è avvenuto meno di 24 ore dopo l’emissione della sentenza definitiva”: lo ha dichiarato, in un messaggio, l’ambasciatore egiziano a Roma, Bassam Rady, riferendosi all’atto di clemenza del capo di Stato dell’Egitto nei confronti di Patrick Zaki. I rettori delle Università italiane “applaudono l’epilogo atteso da anni per Patrick Zaki” ma auspicano “risultati analoghi per il caso di Giulio Regeni, ancora in attesa di una risposta chiarificatrice”. La Conferenza dei rettori delle università italiane sollecita anche una soluzione per il ricercatore dell’Università del Piemonte Orientale, Ahmadreza Djalali, trattenuto nel braccio della morte in Iran e accusato di spionaggio nonostante l’assenza di prove. “La libertà di espressione è un diritto fondamentale che l’università non solo insegna – ha detto Salvatore Cuzzocrea, Presidente della CRUI – ma costruisce un mattone alla volta nella pratica quotidiana del pensiero critico. La libertà di Patrick è in questo senso una vittoria di tutto quel movimento, pacifico e determinato, che per anni non ha mai smesso di lottare e sperare. Ovviamente, il ringraziamento della comunità accademica tutta va anche alle istituzioni che hanno portato avanti le delicatissime interlocuzioni diplomatiche e alla missione in Egitto dei Ministri Bernini e Tajani che hanno permesso il concretizzarsi in questo risultato. Per l’università italiana oggi è un giorno felice”. “Accogliamo con favore la notizia della grazia presidenziale concessa il 19 luglio al ricercatore per i diritti umani Patrick George Zaki e all’avvocato per i diritti umani Mohamed El-Baqer. L’Unione europea e i suoi Stati membri si sono impegnati a fondo in entrambi i casi da quando Zaki ed El-Baqer sono stati arrestati. La loro grazia rappresenta quindi uno sviluppo positivo per le relazioni Ue-Egitto. L’Ue continuerà a collaborare con l’Egitto per promuovere il buon governo e i diritti umani, anche attraverso la nostra cooperazione bilaterale”. Lo dichiara il portavoce del Servizio di Azione Estrena dell’Ue.