MARCIANISE – È stato presentato sabato 21 aprile al Cinepolis di Marcianise INSIDE AFRICA, il documentario di Gaetano Ippolito prodotto da Terra di Cinema e da Set sull’esperienza in Tanzania dei medici casertani. La mano tesa dell’associazione di Terra di Lavoro ha stretto quella di Pande, un villaggio di capanne di fango e rami secchi intrecciati tra cui sgattaiolano centinaia di bambini, gli stessi che rappresentano la maggioranza di una popolazione che non supera le 2000 anime. Qui il presidente dell’associazione casertana Giuseppe Valente arrivò per caso a marzo scorso.
L’incontro con la tribù tra le più pacifiche e povere dell’Africa si rivelò determinante per l’avvio del progetto che entro la prossima estate si concretizzerà con la inaugurazione di un dispensario, primo presidio sanitario del territorio in cui la gente del posto potrà essere vaccinata contro il vaiolo, il polio, e reperire farmaci per la cura dell’Aids. Ma l’obiettivo dell’associazione casertana non è solo quello di realizzare, ma anche di rendere autonome le realtà che incontra e aiuta. Ciò significa formazione di medici e paramedici locali, affidamento delle strutture alla gestione di istituzioni politiche e religiose locali, educazione rivolta alla gente soprattutto sui temi della prevenzione. Ma c’è una prova ancora più difficile che da tempo sfida i medici casertani: il reclutamento di chirurghi e ginecologi italiani, che garantiscano un turnover nelle tre realtà sanitarie realizzate. Sebbene le università africane di medicina sfornino ogni anno ottimi medici e specialisti, le richieste che arrivano dagli ospedali pubblici delle città restano superiori all’offerta. Per l’associazione casertana, che già ricorre alla generosità delle donazioni pur di realizzare strutture sanitarie in aree poverissime e isolate dalle grandi arterie, la gratuità delle prestazioni è la conditio sine qua non d’identità. L’autore, Gaetano Ippolito, ha risposto alle domande della sala dopo la proiezione del documentario. Come è nata l’idea del documentario? “Durante l’organizzazione di un evento ho avuto la fortuna di conoscere Bruno Santoro, il medico fondatore dell’associazione “Una mano tesa per Tharaka”. Sono rimasto affascinato dai suoi racconti sull’Africa, dalla sua missione, dalla sua passione per quella terra e per quel popolo. Così ho deciso di seguirlo nel suo viaggio in Africa con l’idea di realizzare un documentario”. Cosa vuoi trasmettere con il documentario? “L’idea del documentario è di fare una riflessione sul diverso approccio alla vita che hanno in Africa. Lì non hanno niente, eppure respiri felicità in ogni angolo. Qui viviamo nel benessere assoluto, eppure in giro vedi soltanto facce tristi. Per noi la morte è un problema, per loro invece è soltanto un evento naturale, parte integrante della vita. Forse la felicità è nella bellezza della semplicità”. Continuerai a collaborare con l’associazione “Una mano tesa per Tharaka”? “Assolutamente sì. L’Africa è un posto unico al mondo. Ho voglia di ritornarci, di rivivere la felicità, e perché no, magari realizzare un altro documentario”.