Sono accusate di intestazione fittizia di beni per agevolare un’associazione di tipo mafioso le tre persone nei cui confronti i carabinieri del nucleo operativo di Nola (Napoli) hanno notificato oggi altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere emessa il 12 aprile dal gip di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
I provvedimenti sono stati eseguiti dai militari tra l’area Nolana e Cosenza e riguardano Carmine Giugliano, di 53 anni, ritenuto elemento apicale del clan camorristico “cava” e elemento di spicco, quale rappresentante locale del predetto clan, della Nan (nuova alleanza nolana), attualmente detenuto nel carcere di Cosenza; Francesco Napolitano, di 55 anni, detto “ciccio ‘a neve” e Pasquale Caccavale, 47enne di Nola, incensurato. Secondo quanto accertato al termine di indagini dei carabinieri, coordinate dalla DDA partenopea, finalizzate a contrastare l’espansione degli emergenti gruppi criminali operanti nell’area nolana (I “Cava”, “Sangermano” e “Di Domenico”) – in parte riunitisi, dopo gli arresti degli elementi apicali dei clan camorristici locali, nella “nan”, nuova alleanza nolana (federazione di autonomi gruppi criminali attivi in vari comuni dell’area nolana ed all’interno della quale sono confluiti numerosi pregiudicati che in passato militavano nei clan camorristici Russo, Ruocco e Nino-Pianese-Autorino, operanti nell’area nolana, e Cava, operante ad Avellino e nell’area nolana – sui tre gravano indizi: insieme a un 19enne di San Gennaro Vesuviano e un 28enne di Nola, denunciati in stato di libertà per lo stesso reato, avrebbero eluso la legge sulle misure di prevenzione patrimoniali per garantire al clan camorristico il controllo economico del nolano. In sostanza avrebbero reinvestito i proventi del clan, in particolare delle estorsioni, in una società di ristorazione a Nola, già sequestrata dai carabinieri il 30 marzo. Napolitano è stato chiuso nel carcere di Poggioreale mentre Caccavale è stato accompagnato nella sua abitazione.