Mentre Antonino Santillo si augura (aspetta e spera!) di rimediare con consultazioni flash al disastro da lui stesso provocato con le dimissioni, suo cugino Gianfranco Piccirillo con modi prepotenti detta la linea politica e prepara il nuovo schema di governo post crisi. Secondo il sindaco ombra, che bazzica in zone poco illuminate anche per le sue frequentazioni, Orta al Centro deve essere cacciata all’opposizione. Perché il gruppo capitanato dall’ex primo cittadino Andrea Villano è divenuto d’un colpo inviso a Piccirillo? Probabilmente perché il cugino del sindaco vorrebbe mettere le mani sulla delega ai Lavori pubblici, oggi di competenza di un altro cugino, quello dell’ex fascia tricolore. Una pioggia di soldi è già arrivata per una serie di opere. In primis, il rifacimento delle strade. Altro denaro pubblico arriverà a breve. E poi c’è il pozzo senza fondo delle risorse afferenti al Pnrr. Un’occasione imperdibile per una città come Orta di Atella in dissesto finanziario. Le decine di milioni di euro in arrivo fanno venire l’acquolina in bocca, com’è ovvio, anche a forze esterne all’amministrazione comunale. Ecco perché i lavori pubblici sono l’oggetto del desiderio di tanti. Ed ecco perché Piccirillo vuole sbarrare la strada a Orta al Centro. Ma il motivo principale è un altro. Poche ore prima delle dimissioni di Santillo, l’ex primo cittadino Villano e l’avvocato Pasquale Ragozzino, leader di Coraggio, chiesero di fatto la testa di Piccirillo e dell’assessore Annalisa Cinquegrana, sua cognata. Come mai? La motivazione ufficiale non è trapelata, ma non è difficile intuire che Villano e Ragozzino abbiano anteposto alle tematiche politiche questioni di ordine legalitario. In giro si vedono brutti ceffi. Addirittura nei giorni scorsi un camorrista uscito dal 41 bis si è piazzato davanti al municipio in evidente segno di sfida. C’erano anche alcuni amministratori locali sicuramente ignari di chi fosse quel losco figuro. Insomma il nodo gordiano da sciogliere è di natura securitaria più che politica. Da qui la trama di Piccirillo per far fuori Orta al Centro. Senza il gruppo dell’ex fascia tricolore in maggioranza si libererebbero due posti in giunta da esporre al mercato delle vacche. E si salverebbe la poltrona della Cinquegrana. Piccirillo farebbe bingo. La città no. Sulla casa comunale calerebbe il buio. Anche per questo il gruppo Coraggio ha già alzato le barricate. Ragozzino ha detto a chiare lettere che il tema principale riguarda la legalità. Alias: Piccirillo out. Un modo per tutelare i propri consiglieri (ne sono 4) e per rendere impermeabile l’amministrazione comunale. Come già detto, il rinnovamento passa anche per la defenestrazione dell’assessore Cinquegrana. Due pietre di inciampo che potrebbero rivelarsi decisive per il futuro di Santillo. Il sindaco non si è reso conto della gravità del suo gesto. Le forse politiche più strutturate sì. E poi c’è il nuovo assetto consiliare. Sono stati costituiti due nuovi gruppi: Nuova immagine e Rinascita Ortese. Due consiglieri a testa. Totale 4 componenti dell’assise. Se ne dovrà tenere per forza conto. Inevitabile l’azzeramento della squadra di governo. Serve un segnale forte. Se non ci sarà tutti, nessuno escluso, finirebbero in un allarmante cono d’ombra. Ci viene in mente il capolavoro di Francesco Rosi “Le mani sulla città”. Povera Orta di Atella.
Mario De Michele