Quando si tratta di decifrare i progetti politici di Tommaso Barbato è sempre un’impresa titanica. Per la logica filosofica l’ultima uscita dell’ex sindaco di Teverola sarebbe catalogata alla voce paradosso. L’ex primo cittadino annuncia a mezzo stampa che alle comunali dell’8 e 9 giugno non correrà per la fascia tricolore. “Sono sereno per le indagini a mio carico ma non voglio arrecare alcun disagio alla mia coalizione”, questo il Barbato pensiero. Ne discenderebbe, a rigor di logica appunto, che si farà da parte. Eh no! “Mi candiderò a consigliere comunale”, aggiunge l’ex sindaco. Che ragionamento è? In caso di risvolti giudiziari negativi (che non gli auguriamo) la sua coalizione ne uscirebbe comunque a pezzi. Un consigliere comunale eventualmente rinviato a giudizio per i gravi fatti di cui è indagato rappresenterebbe un colpo tale da mettere a repentaglio l’intera amministrazione comunale. Ergo, per non creare disagio alla sua coalizione, come lo stesso Barbato dichiara, non dovrebbe candidarsi a nessuna carica istituzionale. Ovvio, no? Ma l’ex sindaco è sempre stato scarso in politica. Non sorprende più di tanto la sua scelta paradossale. Coerente invece la decisione di Biagio Lusini di non prendere parte alla contesa elettorale. Lui mastica di politica da tempo immemore. Sa che non può e non deve proporsi, a prescindere dal ruolo, ad amministrare la città con la spada di Damocle di un’articolata inchiesta giudiziaria sulla testa.
Ma entrambi, alleati nella scorsa consiliatura, fanno una fuga in avanti proponendo come candidato sindaco Alessandro Caputo. Probabilmente è una mossa ideata da Lusini per uscire dall’angolo. Oppure, a detta dei più maliziosi, è un modo per “bruciare” un candidato autorevole e trasversale come lo stimato avvocato. Che per non farsi tirare per la giacchetta ha subito precisato sul suo profilo Fb di non essere disponibile a scendere in campo (in basso). “Negli ultimi giorni – precisa Caputo – ho letto notizie che riguardano la mia persona in riferimento alla vita politica della città di Teverola. Chiarisco che non sono candidato ad alcuna carica e non sono espressione di alcun gruppo politico. Sono e resto un avvocato”. A Caputo è bastato un post per tirarsi fuori dalla morsa di Barbato e Lusini. A dimostrazione, qualora ce ne fosse stato bisogno, della sua serietà. Il tentativo dei due ex primi cittadini di cooptare l’avvocato è miseramente fallito. Anzi, Caputo ne è uscito rafforzato. Sarebbe un autorevole candidato sindaco, competente e capace di aggregare trasversalmente le forze politiche e civiche della città. Chiederebbe autonomia, questo sia chiaro, ma sarebbe sicuramente in grado di rilanciare l’azione amministrativa e di riportare Teverola al centro di uno sviluppo sano dell’Agro aversano invertendo il trend negativo della gestione Barbato. Spetterà soltanto a lui decidere se mettersi in gioco nell’interesse della comunità. Alessandro Caputo non è un burattino. Non lo diventerebbe nemmeno con la promessa della fascia tricolore. La dignità prima di tutto.
Mario De Michele
IL POST DI ALESSANDRO CAPUTO