NAPOLI – Una folta schiera di giornalisti de ‘Il Mattino’ si è iscritta alla Cgil. Un gesto, fanno sapere Daniela De Crescenzo, Francesco Romanetti, Carla Di Napoli, Rosaria Capacchione, Antonella Laudisi, Gaty Sepe, Paola Di Pace, Federico Vacalebre, Titti Marrone e Alessandra Pacelli, fatto per dimostrare il loro appoggio alla lotta che il sindacato sta portando avanti contro l’abolizione dell’articolo 18.
“Le tessere della Cgil, per i giornalisti del quotidiano ‘Il Mattino’ che hanno chiesto l’iscrizione alla nostra organizzazione, sono pronte. L’appello lanciato nei giorni scorso dai cronisti della testata più prestigiosa del Mezzogiorno va raccolto e rilanciato. Siamo al fianco degli operatori dell’informazione che chiedono tutele e diritti, in una fase in cui appare chiaro l’attacco che proviene dalla riforma del mercato del lavoro e la vergognosa serie di episodi che minano la libertà di stampa”. E’ quanto afferma il segretario generale della Camera del lavoro metropolitana di Napoli, Federico Libertino che risponde così al documento sottoscritto da 9 giornalisti de ‘Il Mattino’ con il quale si chiede formalmente l’iscrizione alla Cgil. “Siamo giornalisti – si legge nel documento – ci riconosciamo tutti nel nostro sindacato, la Fnsi, ma abbiamo deciso di chiedere anche l’iscrizione alla Cgil. Un gesto che vuole essere simbolico, ma non solo, per rendere più efficaci la difesa dell’articolo 18 e la lotta al precariato, temi che ci riguardano e ci coinvolgono. Oggi, infatti, su queste questioni cruciali per il futuro del mondo del lavoro e dei nostri stessi diritti, si sta dibattendo in assenza di una nostra rappresentanza sindacale. Nella Cgil riconosciamo il soggetto politico-rappresentativo che con più coerenza si è espresso in questi anni su questi temi”. Il documento è stato firmato dai giornalisti Daniela De Crescenzo, Francesco Romanetti, Carla Di Napoli, Rosaria Capacchione, Antonella Laudisi, Gaty Sepe, Paola Di Pace, Federico Vacalebre, Titti Marrone, Alessandra Pacelli.“Mentre i sindacati confederali discutevano con il ministro Fornero di precariato – conclude la nota – noi siamo rimasti a fare da spettatori. Eppure in un settore come il nostro attraversato da una crisi reale e profonda, le nuove norme sui licenziamenti potrebbero avere effetti devastanti. Perciò abbiamo deciso di dire basta e di schierarci al fianco di chi, come noi, ritiene di avere diritto al futuro”.