Il confronto tra Gennaro Caserta, Dario Di Matteo e Alfonso Fattore è iniziato come farsa ed è finito in tragicommedia. Tra gli attori protagonisti i tre addetti stampa dei candidati sindaco di Teverola che maldestramente hanno cercato di abbindolare i cittadini. I tre esperti di livello mondiale di comunicazione hanno preteso che le domande fossero concordate e fornite in anticipo ai partecipanti. Per giustificare una gestione in stile Orban, dopo lo smascheramento di Italia Notizie, gli staff dei concorrenti hanno tentato via social di mettere una pezza che è peggio del buco: “Caserta, Di Matteo e Fattore conoscevano in anticipo gli argomenti, non le domande”. Non essendo Teverola una megalopoli come Pechino anche a un infante, tra una poppata e l’altra, capirebbe che conoscere gli argomenti implicava intrinsecamente anche conoscere le domande. Esempio: se l’argomento riguardava i lavori di via Roma, quale sarebbe stata la possibile domanda? Ci buttiamo a indovinare: che giudizio avete sui lavori di via Roma? Si pregano quindi i signori organizzatori del confronto di non offendere ulteriormente l’intelligenza degli elettori, molti dei quali con ogni probabilità posseggono un quoziente intellettivo più alto dei candidati e dei loro addetti stampa. Che sia stato un confronto preconfezionato è incontrovertibile. Sono quelle cose che si fanno per non farsi troppo male, senza infamia e senza lode, in nome di una democrazia di facciata. Passiamo alla coda polemica dell’iniziativa. E qui la gag di Totò e Peppino a Milano con il vigile (“Noio volevam savuar…Noi vogliamo sapere: per andare dove dobbiamo andare per dove dobbiamo andare?”) fa ridere meno della narrazione apparsa su Fb. Non essendo stata rispettata, a suo dire, la scaletta concordata dai novelli Rocco Casalino, Caserta sul finale della diretta streaming (soprassediamo sulla qualità audio e sull’inquadratura fissa da fratelli Lumiere, 1895) chiede alla moderatrice Maria Teresa Perrotta, giornalista di indubbia bravura, se per caso fa parte dell’associazione Città Viva. Una domanda legittima. Il sodalizio sostiene, in grandissima parte Fattore, (negarlo sarebbe una buffonata o una balla spaziale), al punto che è piena zeppa di materiale elettorale della lista Teverola Sostenibile. Ed è frequentata da candidati, in primis Fattore, e da sostenitori del giovane aspirante primo cittadino. Ieri sera, ad esempio, è stata utilizzata come postazione dal solerte addetto stampa di Fattore (servono testimoni o bastano le immagini?). Per carità, non c’è nulla di male. Si tratta di un’associazione composta da giovani valenti e impegnati nell’interesse del territorio. Per trasparenza, quella tanto decantata da Teverola Sostenibile, che male c’è ad ammettere l’appartenenza della moderatrice a Città Viva? (prima foto in basso). Porto il sottoscritto come esempio. Se durante un dibattito uno degli interlocutori mi chiedesse ma lei è iscritto e vota per un partito? Con tutta la serenità del mondo risponderei che sono iscritto ai Radicali italiani e voto per le liste nelle quali sono apparentati. Ne vado fiero e non lo nascondo. Oppure se mi si chiede: sei amico dell’onorevole Stefano Graziano? “Certo che sì: è più che un amico, lo considero un fratello”. Ben altra cosa è mettere in discussione la professionalità di una giornalista, peraltro brava e competente come Maria Teresa Perrotta. Su questo punto Caserta, preso dalla foga del dibattito e alla luce del presunto mancato rispetto della scaletta, ha lasciato intendere che non si fidava del ruolo super partes della moderatrice. Ha commesso un errore. Va detto però che il candidato sindaco di Teverola Futura è stato rintuzzato con una risposta poco felice della Perrotta: “Se non crede di sapere rispondere alla domanda, non risponda!”. Caserta contestava il mancato rispetto delle regole prefissate, forse ritenendo che il suo addetto stampa fosse stato gabbato (un genio!). Non si è lamentato affatto della domanda. Ma al netto del momento di tensione, che ci poteva stare, poi la situazione è tornata alla normalità. Lo stesso leader di Teverola Futura ha affermato in diretta: “Se devo chiedere scusa non ho problemi”. Era tutto totalmente rientrato al punto che, per sancire la “pace”, la giornalista Alessandra Tommasino, presente tra il pubblico, al termine del confronto ha chiesto a Caserta e a Perrotta di scattarsi un selfie (seconda foto in basso). Quale chiarimento migliore ai tempi delle nuove tecnologie? Purtroppo qualcuno, via social, ha gettato benzina sul fuoco di un incendio ampiamente domato. “Caserta deve chiedere pubblicamente scusa a Perrotta!!!”. “È accaduto un fatto gravissimo!!!”. E via così per giorni. Fino a chiamare in causa l’ordine dei giornalisti. Mamma mia, che esagerazione. Oggi si chiude la campagna elettorale. Si dovrebbe parlare di contenuti e della Teverola che verrà. È quello che dicono in continuazione sia Fattore che Di Matteo. Sorge il dubbio che si vogliano utilizzare armi di distrazione di massa nella disperata speranza di accaparrarsi una manciata di voti. Forse si teme che per vincere le comunali non basta promettere alla popolazione di trasformare Teverola come Kuusamo, città finlandese meno inquinata al mondo. Non ci crede nessuno. C’è poco da fare. Se i conti non tornano ci sarà un perché. Vale anche per i voti.
Mario De Michele
MARIA TERESA PERROTTA SOCIA DI CITTÀ VIVA
IL SELFIE CON TOMMASINO, CASERTA E PERROTTA