di Mario De Michele

Alea iacta est. Franco Matacena ha giurato come sindaco di Aversa. Giunta finalmente ufficializzata. Giovanni Innocenti eletto presidente dell’assise. Inizia, per davvero, l’era della coalizione civica. Un incipit tribolato a causa del lungo parto dell’esecutivo. Non è il momento di spruzzare giudizi al veleno sulla composizione della squadra di governo. Primo cittadino e assessori vanno valutati sul campo. Tempo al tempo. Però dai nomi che formano la giunta emerge un dato incontrovertibile: il primo round tra la fascia tricolore e i gruppi di maggioranza è stato appannaggio dei leader delle liste. Matacena ha incassato montanti e jab finché ha potuto. Poi è finito al tappeto sotto i colpi ai reni, al fegato e qualcuno anche al plesso solare di una coalizione che ha fatto valere i numeri e ha estratto dalla libreria il manuale Cencelli. Il sindaco sperava di sfinire gli alleati per sferrare il pugno del ko con la nomina di una giunta tecnica. Ma si è trovato di fronte a un muro. E ha dovuto cedere anche su altri fronti come dimostra la delega al Cimitero a Francesco Sagliocco, incarico che Matacena avrebbe conferito a tutti fuorché all’esponente di Noi Aversani. A conti fatti il nuovo organigramma non è poi nuovissimo. Alla guida del civico consesso c’è un assessore uscente (Innocenti), nell’esecutivo spiccano due ex supporter della passata amministrazione: lo stesso Sagliocco, già componente dell’esecutivo, e Olga Diana, consigliere comunale. Non c’è stata una rivoluzione copernicana. Così si spiega il ritardo nella formazione dell’esecutivo con il corollario tragicomico dell’investitura di Gaetana Barrella (Forza Azzurra) pochi istanti prima dell’inizio della seduta consiliare. L’altro grande sconfitto è Gianpaolo Dello Vicario, l’unico promotore di lista al quale è stato negato l’ingresso nel team di governo nonostante a Forza Azzurra, simulacro di Forza Italia, spettasse un posto a tavola. Un po’ per colpa di una strategia errata (doveva indicare in giunta il fratello Luigi o farlo dimettere da consigliere), un po’ per le interferenze dei big del partito (il senatore Franco Silvestro ha sponsorizzato sua cugina Barrella), Dello Vicario è rimasto suo malgrado alla finestra. Forse per questo non ha partecipato agli ultimi decisivi incontri di maggioranza. Chiudiamo con Matacena. In cuor suo la fascia tricolore sa che pur avendo perso il primo round il match è ancora lungo. Le altre riprese si disputeranno sul terreno della concretezza. Come ha dichiarato ai microfoni di Italia Notizie (clicca qui), gli assessori saranno attenzionati. Un nitido avvertimento politico-amministrativo. Chi porterà a casa risultati positivi potrà stare tranquillo. Chi non sarà all’altezza del compito perderà la poltrona. Non ci saranno intoccabili. Giusto così. Bocciare pregiudizialmente la nuova giunta sarebbe un errore. Per dirla con Matacena, faremo un “bilancio infrannuale” dell’attività degli assessori. E poi valuteremo sulla base dei risultati raggiunti o falliti. Ovviamente sotto esame è anche e soprattutto il sindaco. Lui è la vera novità. Il volto nuovo di una maggioranza eterogenea costellata da individualismi spinti. Matacena riuscirà a tenere a bada tutte le componenti della sua squadra? La sfida di preannuncia impegnativa e ostica. Se il civismo si rivelerà il paravento del trasformismo sarà difficile governare nell’interesse della città. Il ruolo della fascia tricolore sarà fondamentale per tenere la barra dritta. Se Matacena da incassatore si trasformerà in pungiball la maggioranza camminerà a briglie sciolte. In tal caso prepariamoci a un forsennato assalto alla diligenza. Per Aversa sarebbe un colpo letale.

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