L’Officina di Idee aprirà i battenti a settembre. Il “meccanico” è garanzia di competenza e onestà: Giuseppe Fiorillo. Di fronte alla “décadence” della classe dirigente locale l’ex sindaco di Cesa, apprezzato medico, è pronto a scendere di nuovo nell’agone politico. Finalmente una buona notizia nel mare magnum di mediocrità, meno che mai oraziana, in cui è sprofondata l’amministrazione comunale sotto la gestione griffata Enzo Guida. Il punto più basso si è toccato con l’apertura-accordo del “monostellato” Raffaele Bencivenga, sulla carta consigliere di opposizione, alla proposta della fascia “monocolore” di un unico calderone in assise. Maggioranza e minoranza assieme appassionatamente, in sfregio alla volontà popolare, in barba alla democrazia. Una volta e per tutte, fatti fuori per via giurisdizionale Ernesto Ferrante, Carmine Alma, Amelia Bortone e Maria Verde, veri oppositori, ha preso forma il Giano bifronte di Guida: maggioranza e minoranza facce della stessa medaglia, espressione di un pragmatismo “elevato alla enne” con l’aggravante di additare i “ribelli” come untori, come spargitori d’odio. Risultato: azzerate le voci critiche, con le buone o con le cattive, spazio ad un’unica voce, quella del sindaco; spazzata via l’opposizione, “al di là del bene e del male” come rimarcherebbe Nietzsche, ecco compiersi il grande inganno, ovvero tutti in maggioranza, ovvero tutti uguali, ovvero tutti alla corte di Guida. Perfida bravura del primo cittadino o incapacità di chi dovrebbe contrapporsi? Non vogliamo qui aprire una disputa politico-filosofica. Le domande da porre sono altre: si può svelare il trucco? Si può affermare una diversità amministrativa? In definitiva, si possono mandare a casa Guida e company? Per Uniti per Cesa ci sono ancora le condizioni per un’alterità politica, per marcare una differenza, per non cedere il passo all’indistinto dove, direbbe il filosofo, “tutte le vacche sono grigie”. Che in buona sostanza è il vero disegno del sindaco: stare tutti, per scelta o per forza, dalla stessa parte, la sua. “Facciamo solo cose belle”, va ripetendo Guida. E pur non conoscendo l’etimologia di “cosa” l’obiettivo va esattamente nel solco della “reificazione” di tutto e di tutti, valori e ideali inclusi, coerenza e appartenenza comprese, politici e amministratori annoverati. Eppur si muove. Qualcosa, di importante, si muove. Sarà vincente? Non importa. Sarà un progetto serio, non una cosa. Sarà bella? No, se l’etimologia è “bellum”, cioè guerra, quella che senza conoscerne l’origine linguistica Guida alimenta continuamente, in quella logica perversa dei “buoni e dei cattivi” che in modo manicheo ascrive i primi nel cerchio magico del capo indiscusso e i secondi nel nono cerchio dantesco dei “traditori della patria”, cioè di chi remerebbe contro la città. Ecco allora la proposta controcorrente di Uniti per Cesa. Si badi bene, aperta a tutti coloro i quali credono ancora che la storia non è già scritta, per volontà degli dei o del sovrano, ma si scrive assieme partendo dal basso. “È tempo ormai di tracciare – recita un passo del documento programmatico del movimento – una linea di demarcazione netta con fatti e personaggi del passato. Useremo queste settimane di agosto per “ricaricare le batterie” e, allo stesso tempo, per studiare come mettere in pratica al meglio le tante proposte nate dal e nel confronto costante con amici vecchi e nuovi. Per Uniti per Cesa il mese di settembre sarà intenso e produttivo. Ci attende una bellissima avventura, da vivere con entusiasmo e partecipazione. “Un’officina delle idee” sta prendendo forma giorno dopo giorno. Metteremo le nostre migliori energie e competenze in un progetto affascinante di rinascita morale, sociale, amministrativa e culturale della nostra Cesa, imperniato sui valori della legalità, dell’onestà e della solidarietà, che hanno contraddistinto e caratterizzato da sempre il nostro cammino. Chi ha creduto e crede in noi ci troverà ancora una volta pronti a scrivere un’altra storia di dignità e di libertà”. Poi il profilo di Giuseppe Fiorillo, seppur mai citato: “Un uomo dalla schiena dritta, un professionista competente e amatissimo, un ottimo padre e un amico umile e leale, ha deciso di mettersi di nuovo al servizio del Paese che adora, con coraggio e spirito di sacrificio, chiamando a raccolta un “esercito” gioioso di uomini e donne di buona volontà. Ciascuno con la sua preziosa “diversità”, tutti con la stessa visione: quella del volontariato della politica, nella sua accezione più nobile di missione e impegno civico per la soluzione dei problemi del prossimo. Avevamo fatto una promessa alla nostra gente. La manterremo”. Che non tutto sia plebe è la speranza. Che ci sia ancora un popolo e non solo sudditi è la scommessa. Nichilismo attivo, si chiamerebbe in filosofia. Cittadinanza attiva, è la definizione politica. Ecco l’Officina di Idee. Ecco il ritorno in campo di persone perbene come Giuseppe Fiorillo. Tutta ‘nata storia.

Mario De Michele

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