Fare la spesa diventa sempre piu’ costoso. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istat ad aprile il carrello dei prodotti a maggiore frequenza di acquisto e’ aumentato dello 0,4% rispetto al mese precedente e del 4,7% su base tendenziale: il livello piu’ alto dal settembre del 2008. L’inflazione generale resta invece stabile al 3,3% su base annua (+0,5% su base mensile), mentre vola il prezzo del benzina: +20,8% su base tendenziale come non accadeva almeno dal 1996, inizio della serie storica. Al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo resta stazionario al 2,2%.

Confesercenti torna a ribadire l’assoluta necessita’ di interventi. “L’inflazione – spiega in una nota – non cresce ma questo dato rischia di essere la sintesi di due situazioni negative che si contrappongono: da una parte gli interventi fiscali con in particolare il boom dei prezzi dei carburanti e dall’altra la forte crisi dei consumi. Anche da questo dato si evince che le priorita’ restano il contrasto della recessione e il rilancio dell’economia interna”. In base ai dati Istat il Codacons ha calcolato invece che l’aumento dell’inflazione sul carrello della spesa “si tradurra’ in un aggravio di 635 euro all’anno per una famiglia di tre persone e di 686 euro all’anno per una di quattro”. Per i consumatori “e’ evidente che aumentare ad ottobre l’Iva significherebbe una ulteriore spinta sui prezzi gia’ alle stelle”. Altri dati negativi per l’economia nazionale arrivano dall’Ilo. Secondo l’organizzazione internazionale del lavoro l’Italia e’ entrata nella seconda fase di recessione consecutiva dall’inizio della crisi globale e “le misure di austerita’ fiscale frenano la ripresa economica”. Nell’ultimo rapporto si fa notare che il rallentamento dell’economia “e’ anche legato all’accesso piu’ difficile al credito”, che, insieme alle incertezze del mercato europeo, contribuisce a ridurre gli investimenti privati, “con conseguenze negative sulla ripresa del mercato del lavoro”. Il tasso di disoccupazione, afferma inoltre l’Ilo, e’ salito al 9,7% nel quarto trimestre del 2011, in rialzo dell’1,9% rispetto allo stesso periodo del 2010, il livello piu’ alto dal 2001. Ma non basta. Secondo l’Ilo, infatti, “il tasso reale potrebbe essere superiore poiche’ ai quasi 21 milioni di disoccupati si aggiungono 250 mila lavoratori in cassa integrazione”. La disoccupazione giovanile sale al 32,6%, piu’ che raddoppiata dall’inizio del 2008, mentre i disoccupati di lunga durata rappresentano il 51,1% dei disoccupati totali.

 

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