L’harakiri si consuma in cinque secondi: Buffon ha una palla facile tra i piedi, ma anche un raptus di follia, cincischia e Bertolacci si ritrova a un metro dalla porta il pallone del piu’ facile pareggio. 1-1 dopo il gol iniziale di Marchisio, ora anche laJuve ha il suo Lecce sulla via dello scudetto.
E adesso e’ il Milan a ridere: meno uno, morale alle stelle e Juve tramortita, affannata, spaventata, demoralizzata, perche’ il tricolore e’ molto piu’ lontano quando gia’ sembrava toccarlo. E’ inspiegabile (nemmeno con la sindrome del ‘braccino corto’) quello che e’ successo alla squadra di Conte stasera: tutto si era messo per il meglio, con il vantaggio dopo otto minuti, la sciocchezza di Cuadrado che in apertura di ripresa si era fatto cacciare e il Lecce in dieci che non aveva mai tirato in porta. La Juve non era stata brillante, ma aveva comunque costruito tre occasioni solari, due con Vidal (una per tempo), l’altra con Matri, ma sfortuna, centimetri e Benassi avevano detto di no. La ripresa denotava pero’ una specie di torpore mentale negli uomini di Conte: il Lecce era piu’ reattivo, anche in inferiorita’. Buffon aveva avuto qualche difficolta’ in una mischia, ma niente di piu’. Pero’ era palpabile la sensazione che qualche pasticcio stesse accadendo ed e’ arrivato nel tipo di giocata che Conte ha raccomandato fin dall’inizio, cioe’ non buttare mai via la palla, anche se sei il portiere e sei pressato. E’ bastato quel secondo di nebbia nella mente di Buffon e il sogno, se non svanito, si e’ allontanato. Con il morale a terra, adesso i bianconeri vanno a Trieste a incontrare un Cagliari libero da pensieri e all’ultima l’Atalanta, che non e’ certo inferiore al Lecce. L’obbligo di vincere potrebbe davvero giocare lo scherzo piu’ brutto a Pirlo e compagni. Stasera, comunque, quasi tutti al di sotto dello standard normale tranne Marchisio, Chiellini e Vidal. Inguardabile Vucinic, che nei momenti decisivi raramente ha impresso il proprio marchio di fabbrica e poi ci si e’ messo il portiere piu’ forte del mondo, a ”tradire” un gruppo a cui e’ legatissimo. Sono le crudelissime leggi dello sport, ma ci si domanda perche’ la Juventus abbia giocato meglio (almeno un poco) in parita’ numerica. Certo, quel Caceres a sinistra al posto dello stirato De Ceglie non e’ sembrata una grande idea. Torna lo spettro della pareggite, proprio quella che aveva portato i bianconeri lontano dal Milan, fino a quattro punti, poi recuperati. Con il Lecce, sono sei le squadre di media-bassa classifica uscite indenni da Torino: Siena, Cagliari, Genoa, Chievo, Bologna, troppe per una squadra che aspira al titolo. E soprattutto nel momento decisivo, la malattia sembrava scomparsa. I pugliesi hanno accettato di buon grado l’insperato regalo e si giocano tutto domenica con la Fiorentina. E’ piaciuto il loro palleggio e la velocita’ con cui hanno supplito all’uomo in meno, ma non avranno Cuadrado, un’assenza che decisamente puo’ pesare, perche’, sciocchezza a parte, era stato il migliore.