La tredicesima sezione del Tribunale Civile di Roma ha dichiarato ammissibile la class action proposta dal Codacons sulla vicenda dei casi di positivita’ alla tubercolosi al reparto di neonatologia del Policlinico Gemelli. Lo rende noto la stessa associazione dei consumatori in un comunicato.
”I giudici romani, disattendendo le tesi del Policlinico, hanno ritenuto perfettamente sussistenti tutti i presupposti di ammissibilita’ previsti dall’art. 140 bis del Codice del Consumo – si legge nella nota del Codacons – e a dire l’adeguatezza del promotore a rappresentare la classe, la non manifesta infondatezza nel merito della pretesa risarcitoria, la possibilita’ di considerare i danneggiati come una classe, la sussistenza della qualifica di imprenditore in capo al Policlinico convenuto”. ”E’ una vittoria importantissima – afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi – in quanto riconosce la responsabilita’ del Gemelli per quanto accaduto ed apre la strada del sacrosanto risarcimento dei danni per tutti coloro che sono rimasti coinvolti nella vicenda, dovendosi considerare malattia anche la positivita’ alla Tbc”. ”I giudici del Tribunale Civile di Roma hanno infatti ritenuto che la positivita’ al Quantiferon (test per diagnosticare la tubercolosi, ndr) sia sufficiente a considerare il neonato come venuto a contatto con la Tbc – a dispetto delle eccezioni in senso contrario del Gemelli – perche’ tale test e’ stato scelto come il piu’ attendibile dalle competenti autorita’ sanitarie. Ora l’ordinanza verra’ pubblicata su tre importanti quotidiani entro il termine indicato dai giudici e tutti coloro che hanno avuto figli nati al Gemelli e risultati positivi al test potranno aderire alla class action del Codacons per ottenere il dovuto risarcimento”.