Trenta nuovi dipendenti comunali, tre unità ex articolo 110 del Tuel e integrazione dell’orario per i lavoratori socialmente utili. Ha preso forma il Piano integrato di attività e organizzazione. A ritmo serrato la giunta sta completando l’iter per l’approvazione del piano occupazionale che sarà varato entro i prossimi 20 giorni. Il Piao sarà poi inviato alla Commissione per la stabilità degli enti locali per l’ok definitivo. Solitamente la Cosfel si pronuncia entro 30 giorni. Nel giro di un mese e mezzo quindi l’amministrazione griffata Antonino Santillo potrà bandire i concorsi oppure attingere dalle graduatorie di altri comuni. Ha sortito i frutti sperati la battaglia condotta da Nicola Russo, capogruppo di ex Coraggio, che in una delle ultime sedute consiliari aveva letto e presentato un documento a nome dell’intero schieramento per correre ai ripari sulla grave carenza di personale. Attualmente la dotazione organica dell’ente è composta da 18 dipendenti, da 11 lsu e da Vito Buonomo, responsabile del settore Politiche del territorio, inquadrato a titolo gratuito perché in pensione.

Sul fronte amministrativo Santillo e company sono impegnati nella stesura del conto consuntivo 2024, la cui approvazione è in programma in proroga tra circa un mese. Nessuna fretta invece per l’ipotesi di estendere dal 30% al 90% l’utilizzo delle serre sui suoli agricoli. Gli assessori Tonino Russo e Luigi Macchia stanno approfondendo la normativa. Sullo sfondo però c’è il bando regionale, in scadenza a fine mese, che prevede un maxi finanziamento per i progetti presentati dai tecnici dei proprietari terrieri. Non è escluso che vada perso. È finita in freezer anche la possibile trasformazione degli impianti sportivi da campi di calcio e tennis a campi di calcetto. Il rallentamento su questi due punti conferma la chiara volontà politica di Santillo e Giuseppe Massaro e dei rispettivi scudieri Gianfranco Piccirillo e Salvatore Del prete “Magò” di non riaprire il dialogo con i consiglieri Francesco Lettieri e Antonio Chianese, assenti all’assise sul bilancio di previsione. Dunque viene ribadito il pugno duro. “Nessuno ha versato lacrime”, si continua a ripetere negli ambienti della maggioranza.

Nel campo della minoranza non si segnalano particolari iniziative. Forse si è in febbrile attesa della convention di tutte le forze di opposizione annunciata dal candidato sindaco Ferdinando D’Ambrosio, che si è posto come unificatore di tutte le anime antitetiche a Santillo e Massaro. L’iniziativa dell’ex presidente del consiglio parte azzoppata per l’atteggiamento utilitaristico dello stesso promotore. Prima di uscire dalla maggioranza, infatti, il leader di Fare Democratico per Orta Verde è stato a un passo dall’ingresso in giunta, per il tramite della moglie Sonia Cicatiello. L’assessorato alla consorte avrebbe consentito a D’Ambrosio di restare nel comitato tecnico consultivo dell’Acquedotti, nel quale era stato indicato dalla maggioranza. Conti alla mano, in casa D’Ambrosio-Cicatiello sarebbero entrati più di 2.600 euro al mese, pagati dai contribuenti. Il mancato accordo sulla doppia postazione familiare ha successivamente indotto il capo di Fare Democratico per Orta Verde a collocare il gruppo in minoranza. Non sono ammesse smentite, ci sono decine di testimoni oculari.

A proposito, a distanza di molto tempo si sono perse le tracce dei due accessi agli atti effettuati dai consiglieri dambrosiani Antonio Sorvillo e Nicola Margarita. Il primo sull’installazione del ripetitore telefonico nel parcheggio del centro Fabulae, a pochi passi dall’asilo don Milani. Il secondo sul famigerato appalto diretto da 30mila euro alla ditta italo-ucraina. Al netto della stucchevole propaganda, nella pratica cosa hanno prodotto i due accessi agli atti? Nulla. L’antenna è sempre lì. E sull’appalto non si è fatta chiarezza fino in fondo. Sul caso Vellone-Sciaudone, Margarita e Sorvillo hanno annunciato pubblicamente che si sarebbero rivolti alla magistratura per denunciare l’accaduto. I due consiglieri sono stati consequenziali o hanno parlato a vanvera? Se non avessero presentato formale denuncia sarebbero gravemente colpevoli sia sul piano amministrativo che penale. Ricordiamo, en passant, che da pubblici ufficiali hanno il dovere di denunciare ipotesi di reato. Non possono limitarsi agli annunci. Altrimenti sono complici e correi perché, pur sapendo della possibile commissione di illeciti, non hanno investito le autorità competenti per eventuali indagini. Va bene la propaganda, ma quando si tratta di presunti reati penali le chiacchiere stanno a zero. Servono gli atti e i fatti. Sorvillo e Margarita si giudicano dai comportamenti. Non dai proclami. Per quelli sono tutti bravi. Come passare all’opposizione per non aver ottenuto un assessorato e la conferma nell’Acquedotti.
Mario De Michele












