Il passaggio da quattro zampe alla posizione eretta ha cambiato anche la storia del cervello umano. E’ quanto emerge dagli studi condotti su un baby ominide, un piccolo di australopiteco vissuto in Africa 2,5 milioni di anni fa. La diversa posizione fetale, conseguenza del passaggio dal quadrupedismo al bipedismo, ha portato probabilmente a diverse strade evolutive il cervello della specie umana.

A suggerirlo e’ lo studio coordinato da Dean Falk, dell’Università statale della Florida di Tallahassee e pubblicato sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas. I ricercatori hanno analizzato con la Tac i resti del piccolo di Australopithecus africanus, un individuo vissuto circa 2,5 milioni di anni fa e morto all’eta’ di tre o quattro anni, che per i ricercatori e’ diventato il ”bambino di Taung”. Gli autori della ricerca hanno esaminato il cranio del bambino e in particolare la cosiddetta ”fontanella”, ossia il tessuto connettivo che si trova al centro dell’osso frontale chiamato sutura metopica. Si sono accorti cosi’ che questa e’ stata solo parzialmente fusa. Normalmente nelle grandi scimmie la sutura si chiude subito dopo la nascita, mentre negli esseri umani la fusione avviene circa all’eta’ di due anni. La fontanella ancora aperta del bambino di Taung potrebbe quindi rappresentare la prova di un vantaggio adattivo che ha facilitato il processo di nascita, riconfigurato per la posizione eretta. La mancanza della fusione potrebbe inoltre permettere l’espansione della corteccia prefrontale, una parte del cervello umano cruciale per le capacità cognitive avanzate.

 

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