
“Approvare subito il rendiconto 2024 e con la più ampia convergenza di forze politiche”. È un appello accorato e responsabile, quello di Mariano D’Amore. Che denota grande senso delle istituzioni e sincera preoccupazione per il futuro di Aversa. Un approccio lodevole, non vi è dubbio. Ma nelle condizioni date l’invito dell’assessore al Bilancio sembra destinato a cadere nel vuoto, a restare “un’utopia”, come lui stesso teme. Nel momento in cui scriviamo, il sindaco Franco Matacena è ancora imbrigliato in una crisi amministrativa lunga e indecifrabile. Non si comprende perché Olga Diana sia ancora seduta sulla poltrona di assessore dopo la clamorosa sfiducia votata dalla stragrande fetta dell’assise. A quanto pare, continuando a impartire “ordini” nei settori Ambiente e Igiene urbana nonostante la fascia tricolore abbia revocato le deleghe a tutti i componenti della giunta. Al netto della contrapposizione con Aversa Moderata, risolvibile senza inutili lungaggini, l’eventuale permanenza di Diana nell’esecutivo costringerebbe i 10 consiglieri di maggioranza favorevoli alla sfiducia a indossare a scelta i vestiti di Pulcinella, Arlecchino e Colombina per il resto della consiliatura. Se un chiarissimo atto di indirizzo politico del civico consesso venisse considerato alla stessa stregua della decisione di un circolo ricreativo allora sarebbe opportuno non convocare più l’assemblea consiliare. Almeno si risparmierebbe sui gettoni di presenza. Il presidente Giovanni Innocenti ci rifletta.

Torniamo all’invito-aspirazione di D’Amore. “Un’utopia? In certe occasioni la politica deve saper volare alto e guardare oltre gli interessi particolari. Il rendiconto è stato adottato dalla giunta comunale il 5 maggio e ha ottenuto il parere favorevole dei revisori il 9 maggio. Sul documento si è anche espressa la Commissione consiliare competente. Certamente il momento politico è critico. Ma il mio invito è a non far pesare le polemiche e le contrapposizioni su un passaggio fondamentale per il futuro amministrativo di Aversa”. Anche in questo caso tutto condivisibile. Ma resta l’altro nodo sul tavolo del sindaco: Aversa Azzurra fa ancora parte della maggioranza? Perché Matacena non rimodula le deleghe sulla base del nuovo assetto consiliare? È colpa sua? Degli alleati? Se lo chiedono tutti i cittadini, inferociti per le pessime condizioni in cui versa la città. Su un marciapiede del centro è fiorito un campetto di grano. Incredibile (foto in basso). Ma la fotogallery del degrado potrebbe riempire una svettante pila di album.
Dal canto suo, D’Amore fa bene a guardare avanti. Nel suo settore ha lavorato alacremente e con ottimi risultati. Ma l’impasse della maggioranza fa passare tutto in secondo piano. Anche le cose positive. “Ho parlato di spartiacque nella storia finanziaria del nostro Comune e confermo questo giudizio”, afferma l’assessore al Bilancio. Che aggiunge: “Con questo rendiconto, prendiamo atto che l’intera massa passiva che aveva condotto al predissesto e al Piano di riequilibrio è stata assorbita. È un risultato che dovrebbe essere patrimonio di tutti. Consente di presentarci in modo più solido al giudizio, che ancora pende, della Corte dei Conti. E, soprattutto, di guardare al futuro della nostra città con più ottimismo”.

Lo stimato professore universitario sa bene che l’ottimismo del cuore cozza con il pessimismo della ragione. Senza una svolta vera e immediata tutto anche il risanamento finanziario dell’ente non appare com un successo. La maggioranza ha l’obbligo di dare concreti segnali di vita e risolvere i problemi ordinari. Hic et nunc. Altrimenti l’appello di Mariano D’Amore si trasforma in un grido di dolore nel deserto. Senza nessun viandante nei paraggi disposto a offrire la borraccia d’acqua per la traversata. Ed è facile preconizzare il brutto esito del viaggio. Ma, sia chiaro, nessuno si senta escluso. Come direbbe De André: “Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”
Mario De Michele
SUI MARCIAPIEDI DI AVERSA FIORISCONO I CAMPI DI GRANO













