
Peggio di così non poteva andare. La rimodulazione delle deleghe proposta da Franco Matacena ha mandato letteralmente in frantumi la maggioranza. Nessuno degli assessori ha controfirmato il decreto sindacale. Tanya Barrella è stata la prima a voltare le spalle al primo cittadino. Per l’esponente di Aversa Azzurra la soluzione trovata della fascia tricolore è stata bollata come irricevibile. Non a torto. Matacena non ha tenuto per nulla conto della nuova forza in assise del gruppo capeggiato da Gianpaolo Dello Vicario, passato da 2 a 4 consiglieri. Ha offerto agli azzurri le briciole. Una mossa da burraco. Ma di fronte sul tavolo politico aveva un giocatore di poker. Inevitabile la capitolazione.

Devastante anche l’approccio con Aversa Moderata. Il sindaco non ha tenuto fede agli accordi presi nei giorni scorsi con il leader Giovanni Innocenti, un altro con un lungo pedigree politico-amministrativo, difficilmente raggirabile. Matacena ha deciso infatti di avocare a sé la delega all’Ambiente, lasciando agli zanniniani Igiene urbana, Parchi e Verde pubblico. E anche l’assessore Eufrasia Cannolicchio ha alzato i tacchi e se n’è andata senza controfirmare la nomina. Stessa posizione assunta da Immagina Aversa e Aversa Italia. Nonostante non fossero stati colpiti dalla rimodulazione, Orlando De Cristofaro, rimasto illeso, e Alfonso Oliva che ha perso soltanto la Pubblica istruzione, non hanno condiviso le scelte di Matacena. Per non parlare di Raffaele De Gaetano. Il promotore della lista Il Centro per Aversa era furibondo. Più inferociti di lui solamente i 5 consiglieri di Aversa Moderata. “È una presa in giro, sappiamo chi ci sta dietro”, avrebbero confidato agli amici.

Addirittura anche Mariano D’Amore, sempre intellettualmente onesto, avrebbe contestato al sindaco di non volere lavorare per la squadra e di seguire logiche incomprensibili. Gli unici a non alzate il tiro contro la fascia tricolore Noi Aversani. Ma la linea filo-Matacena non è una novità. Incomprensibile anche la decisione del sindaco di salvare Olga Diana, sfiduciata dal 75% dell’assise. Con l’aggravante politica di averle conferito due deleghe talmente inutili, come Smart City e Viabilità, da non giustificare nemmeno l’indennità di carica. Matacena si è tenuto per sé anche Sport e Grandi eventi. Ha invece offerto la delega all’Asi a Ciccio Di Virgilio, probabilmente su suggerimento di Federica Turco. La leader dei sagliocchiani mira a recuperare un consigliere dopo l’addio di Ivan Giglio.
Tirando le somme, è stato un disastro totale. Nemmeno il più pessimista del mondo avrebbe previsto un esito così catastrofico. Alle porte c’è il civico consesso sul rendiconto, in programma il 19 giugno. In queste condizioni andare in aula sarebbe peggio di un suicidio politico di massa. Matacena potrebbe giocarsi la carta delle dimissioni. Ma con l’aria che tira in maggioranza saranno in pochi a scomodarsi per chiedergli di ritirarle entro i 20 giorni previsti dalla legge. Una crisi di facile soluzione si è trasformata in un ginepraio. Uscirne sarà impresa ardua. Quasi impossibile.
Mario De Michele












